L’attacco governativo contro la montagna fa parte di una strategia complessiva che mira all’eliminazione delle autonomie. Nessuna tesi complottista: è il progetto pubblicamente annunciato da Renzi ed appoggiato dalla maggioranza rossogialla. Con il pessimo Boccia come punta avanzata dello schieramento.
Un Boccia sempre più squallido (ma gli viene facile), che si indigna contro chi pensa di ritrovarsi a festeggiare Natale con amici e parenti mentre negli ospedali si muore. Già, perché per il nemico delle autonomie contano solo i morti per Covid, più o meno gonfiati per mere questioni di propaganda, ma i “normali” morti per cancro, per infarto, per incidenti non contano nulla. In quel caso si può festeggiare.
Tutte sceneggiate per distrarre l’attenzione dalla riforma in via di definizione. Da “tutto il potere ai soviet” a “tutto il potere ai funzionari ministeriali” che, a Roma, decideranno quanti soldi investire per la promozione del turismo di Pinzolo o di Isola di Capo Rizzuto; quanto spendere per la sanità a Cagliari o a Cervia; quali corsi di formazione attivare a Bari o a Milano. Con i tempi eterni della burocrazia romana, con i favori fatti ad amici e parenti, con le trasferte continue per sollecitare l’avanzamento di una pratica. L’inefficienza ministeriale come modello unico per tutti.
Senza più la benché minima responsabilizzazione dei politici e dei funzionari locali. Sarà sempre colpa di Roma, l’alibi perfetto per nascondere le proprie incapacità. Chi produrrà ricchezza non verrà premiato, perché i suoi soldi finiranno nel calderone unico romano per essere distribuiti alla varie clientele. La pacchia dei parassiti.
Reazioni da parte dei governatori? Non pervenute. I presidenti delle Regioni a statuto ordinario sono occupati esclusivamente ad affrontare l’emergenza sanitaria. Perché, evidentemente, si sono circondati di assessori inadeguati. Nelle Regioni e Province autonome ci si illude di poter sfuggire alle riforme. Eppure proprio in questa fase dovrebbero rendersi conto di non avere margini di manovra di fronte ad un governo centrale che, con la scusa dell’emergenza, impone le proprie regole dal Tirolo alla Sicilia. Oggi è emergenza sanitaria, domani sarà emergenza economica.
Ma i governatori proprio non ci arrivano. Anzi, in Valle d’Aosta gli autonomisti si sono alleati proprio con il partito di Boccia, quel Pd che odia le autonomie e le combatte in ogni modo. Nessuna intenzione di metter fine ad un rapporto osceno neppure dopo le ultime dichiarazioni romane, nessun imbarazzo da parte degli esponenti locali del Pd. Che, probabilmente, si candidano per rappresentare in Valle il governo iper centralista.