La nullologa Lucarelli che attacca Alessandra Mussolini a prescindere. Un giudice che, convinto di avere il microfono spento, indica ai colleghi come votare, di nuovo a prescindere. Concorrenti stizziti, indignati, miracolati, protetti. Che si insultano e si accusano a vicenda. Era lo spettacolo offerto da Rai 1, la rete che un tempo era “per famiglie”. E la trasmissione, fortunatamente terminata, era Ballando con le stelle.
Personaggi più o meno noti che, istruiti da maestri e maestre di ballo, si esibivano per poi essere giudicati da una giuria composta da un’unica esperta e da altri 4 che non si sa a che titolo siano stati messi lì. Anche perché le valutazioni avevano poco a che fare con il ballo (appunto una sola vera esperta) e molto con il cazzeggio politicamente corretto. Essere dichiaratamente gay o trans garantiva votazioni di favore e l’inevitabile passaggio del turno. Chi aveva l’handicap di essere etero doveva, perlomeno, sperticarsi in dichiarazioni a favore degli altri orientamenti sessuali. Ma non era mai abbastanza.
E poi quel cognome incombente, Mussolini, che scatenava ogni volta la rabbia della nullologa. Arrivata, nella puntata finale, ad aggredire verbalmente la rappresentante della giuria popolare per aver osato premiare proprio la nipotina del Duce che, pure, si era impegnata in ogni modo per presentarsi come politicamente corretta.
Infine le polemiche sui social dei giorni successivi, tra chi era arrivato secondo e chi si era dovuto accontentare del quarto posto. Tra accuse di favoritismi, isterie da prime donne, lo squallore della giuria di esperti con un unico giudice competente.
È la nuova Rai, bellezza. Demagogia, favoritismi, scatti di nervi, ingiustizie.