Antony Blinken. Sarà meglio che tutti comincino a memorizzare questo nome. Perché il futuro segretario di Stato Usa sarà il responsabile delle nuove guerre che Washington si sta già preparando ad esportare un po’ ovunque. Era stato lui, Blinken, a schierarsi già in passato per l’attacco alla Libia, in contrasto con l’allora vicepresidente Biden. E gli anni trascorsi non lo hanno ammorbidito. La pax americana, portata con le bombe, è tornata ad incombere sul mondo intero.
Per la felicità dei buonisti e pacifisti italiani, sempre pronti a considerare un gradito regalo ogni massacro compiuto dalle “forze del bene”. Che meraviglia i bombardamenti democratici che massacrano i civili cattivi nei Paesi presi di mira dai buoni.
“Blinken, uno di noi!”. Eh sì, come non osannare chi ha provocato i massacri in Libia? Le finte rivolte spintanee nei Paesi arabi? Le finte proteste colorate in Europa? Morti e stragi in nome della democrazia da esportazione. È la stessa logica che porta Amnesty a strillare “giustizia per Regeni” ed a sussurrare – quando proprio si è costretti – una piccola piccola richiesta di liberazione per i pescatori italiani sequestrati in Cirenaica. Certo, è più difficile: persino il sottosegretario agli Esteri, Di Stefano, sa dove si trova l’Egitto, ma per individuare la Cirenaica occorrono anni..
Ma ora, con Blinken, Giggino, Di Stefano, e il ministro della difesa Guerini non avranno più problemi: gli ordini arriveranno da Washington e non avranno più l’obbligo di provare a pensare. Ordini precisi, obiettivi da colpire. Non più indicazioni generiche con la fatica di capirle.