Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi.. Di belinate, Brecht, ne ha dette tante. Questa è una delle più note. I popoli gli eroi se li creano, anche quando non ci sono. E quando mancano gli eroi veri, vengono sostituiti dai facenti funzione. L’Argentina ha tributato onori funebri a Diego Armando Maradona come se si trattasse di una reincarnazione di Evita. E le tv hanno accompagnato i servizi sul campione scomparso con la musica di Don’t cry for me Argentina, la canzone dedicata alla madonna dei descamisados.
D’altronde non si tratta certo di una novità o di una peculiarità del Paese più italiano dell’America Latina. Solo tre anni or sono i funerali di Johnny Hallyday (Jean Philippe Smet all’anagrafe) hanno mandato all’aria tutta la farsa politicamente corretta della gauche caviar parigina, costretta ad assistere al passaggio del feretro del cantante – che non ha mai nascosto il suo fastidio per i radical chic politicamente corretti – sotto l’Arco di Trionfo e poi lungo gli Champs Élysées, scortato da centinaia di motociclisti con l’immancabile blouson noir tra la folla di un milione di persone. Alla presenza di un presidente della repubblica in carica e di due ex presidenti.
Simili anche gli striscioni. Cambia solo la lingua. Dios del futbol per Diego, Dieu de la France per Johnny. In un mondo che ha perso non solo gli eroi veri ma anche il senso del sacro, un cantante ed un calciatore funzionano come succedanei. D’altronde quando una suora va in tv a spiegare che non è un problema se non si celebra il Natale, che dovrebbe essere la festività centrale del cristianesimo insieme a Pasqua, perché si potrà sostituire con una “festa dell’incontro” quando il governo degli Incapaci la concederà, significa che è la Chiesa ad aver rinunciato ad ogni ruolo.
Ed allora il Dio ucciso dai sociologi del Vaticano può essere sostituito da un cantante o da un calciatore. È vero che gli artisti vanno giudicati per le loro opere e non per le loro vite, ma agli Dei dovrebbe essere richiesto qualcosa in più. E ci dovrebbe essere una gerarchia anche tra gli Dei. Chi ha sacrificato la propria vita per il riscatto del popolo argentino dovrebbe essere qualche scalino più in alto rispetto a chi ha pur restituito agli argentini l’orgoglio perduto alle Malvinas (la mano de dios è una vendetta sacrosanta, non una truffa), ma poi si è giocato la vita per i vizi privati e non per il bene comune.