“Continuiamo così, facciamoci del male”. No, nessun riferimento morettiano alla Sacher Torte, ma in fondo il Pd e la sinistra torinese assomigliano molto ad un laboratorio di cucina. Che, però, non sforna la Sacher ma fa impazzire la maionese. E, tra un errore e l’altro, perde Guido Saracco, il candidato civico che avrebbe dovuto mascherare il ritorno del Pd al comando della macchina amministrativa di Torino.
Contrordine, compagni: abbiamo scherzato. Il rettore del Politecnico resta dov’è. Scocciato per l’atteggiamento ambiguo del partito che avrebbe dovuto sostenerlo. Evidenziando, in questo modo, la spaccatura sostanziale tra politica e cosiddetta società civile. Perché il problema vale per tutti, non solo per il Pd.
Nella vicenda Saracco si partiva dal desiderio di rivalsa di un partito che, dopo aver governato male la città, era stato sconfitto da una banda di politici improvvisati come i pentastellati. Premiati non per le proposte ma per la possibilità di mandare a casa l’antipatia assoluta di Fassino e tutto il sottosistema che gli girava intorno ottenendo incarichi e benefici.
La delusione generale per la giunta Appendino riapriva i giochi, ma il Pd temeva di non avere candidati interni con l’adeguato physique du rôle. E si è guardato intorno, per poi puntare con decisione su Saracco, rettore del Poli ed anche in grado di far convergere su di sé i voti dei grillini in un eventuale ballottaggio con il centrodestra. Riproponendo l’alleanza rossogialla del governo romano.
Tutto a posto? Macché. Perché bisognava passare per le forche caudine delle primarie. Ed i candidati sono spuntati come funghi. Sia politici come Lo Russo, sia “civici” come Jahier. Ovvio che il rettore si sia sentito preso in giro. Da salvatore della patria piddina a uno qualunque nel ballottaggio. Tra l’altro con crescenti polemiche proprio in quell’area della gauche caviar che avrebbe dovuto sostenerlo. I radical chic che hanno già litigato con le sardine e che ora non gradiscono neppure l’odore del Politecnico benché sia situato nella “loro” Crocetta.
Così Saracco decide per un passo indietro proprio mentre il Pd mette in congelatore le primarie. Curiosa coincidenza dei tempi.