L’oppofinzione, l’ha definita un noto ristoratore laziale. E dopo il voto a favore dell’ennesimo scostamento di bilancio, è difficile contestare il neologismo. Non per aver deciso di approvare una decisione della maggioranza, ma per non aver capito le conseguenze. Ufficialmente il sultano di Arcore, che si è impegnato a convincere gli alleati delle destre, voleva dimostrare la compattezza dei politici italiani nel momento di varare provvedimenti a favore degli autonomi, delle partite Iva. Solo i malpensanti potevano credere che ci fosse uno scambio con una legge a favore di Mediaset.
Ma questo era il passato. Perché il presente è iniziato con il governo salvato dal centrodestra che si è scatenato per destinare ulteriori risorse agli ospiti non invitati ed alle Ong che li portano. Debiti nuovi che poi dovranno essere pagati dagli italiani. Proprio quelli che l’oppofinzione avrebbe tutelato con il voto a sostegno del governo.
Poteva bastare? Macché. Mediaset ha organizzato una intervista al di sotto di ogni decenza. Il direttore del Tg5, Mimun, impegnato a santificare il lìder minimo. Tanto bello, tanto bravo, tanto preoccupato per il bene degli italiani. E, ovviamente, Berlusconi si autocelebra come grande artefice del nuovo corso del centrodestra. Un nuovo corso che assomiglia ad una resa incondizionata, al di là del favore concesso a Mediaset nello scontro con Bolloré.
Inaccettabile, ma almeno comprensibile, l’atteggiamento del sultano. Semplicemente suicida la scelta delle destre che, probabilmente, si illudono di partecipare alla spartizione del bottino prestato dall’Europa. Ma che si ritroveranno a gestire il denaro destinato alle bocciofile e poco più. Mentre la torta finirà ai soliti noti, agli amici degli amici del governo.
L’oppofinzione non perderà soltanto la quota più consistente del recovery fund ma perderà anche la faccia. E gli elettori.