Qualcuno osa ancora rimpiangere statisti quali Craxi, Giolitti, Cavour, Crispi (per tacere di chi scatenerebbe le solite polemiche assurde)? Basta con i piagnistei: l’Italia ha un nuovo grande leader. No, non l’uomo per tutte le stagioni che occupa una poltrona a Palazzo Chigi pur senza avere qualità. Bensì lui, il nuovo “unto dal Signore”: Giggino Di Maio. Ed il riconoscimento arriva da un altro inarrivabile politico di infinita qualità, Renato Brunetta.
Sono i magnifici effetti del nuovo corso dell’oppofinzione. Tutti insieme appassionatamente per gestire il Recovery Fund. Oddio, a gestirlo saranno i soliti noti e nel solito modo. Ma ai Brunetta di turno sarà concesso di applaudire, di entusiasmarsi, di leccare ciò che deve essere leccato. Tutti insieme a votare lo scostamento di bilancio, perché lo chiede Mattarella. E poi i rossogialli destinano più soldi a migranti ed a chi favorisce l’invasione. Tutti insieme per senso di responsabilità, e subito il Pd lancia l’ipotesi di una patrimoniale (si inizia con i grandi patrimoni per poi scendere a colpire chi possiede una casa) per massacrare definitivamente il ceto medio, le partite Iva, salvando solo gli evasori fiscali.
Ed allora è comprensibile che, tra le fila dell’oppofinzione emerga Brunetta per incensare il grande ministro degli Esteri, il super ex ministro del Lavoro. Ci sarà la gara a chi sarà più servile, sperando di ottenere una bocciofila da gestire con i fondi europei.
I vertici dei partiti di centrodestra sono convinti di poter rinunciare ad ogni dignità perché non esistono alternative. Sventolano di fronte ai propri elettori l’immagine di Boldrini, ponendo di fronte al ricatto: o ci votate o torna lei! E così, per evitare il peggio, bisogna accontentarsi del male. Che, poi, appoggia il governo che realizza il peggio ma evitando di affidarsi a Boldrini. Una totale presa in giro.
Ma l’alternativa esiste. Certo non è rappresentata da movimenti numericamente irrilevanti. E le liste civiche hanno senso solo a livello locale, in realtà piccole. L’alternativa prescinde dal voto, visti gli effetti alla Brunetta, e punta sui corpi intermedi. Passa dalla capacità di fare rete, anche utilizzando la Rete. Passa dalla crescita individuale per andare a connettersi successivamente con altre realtà che hanno dimostrato serietà, professionalità, competenza. Passa attraverso una selezione rigidissima poiché i truffatori e gli approfittatori abbondano in quella che veniva definita “area”. Passa attraverso la cancellazione degli invidiosi, dei rancorosi. Di quelli che criticano perché non sanno fare.
Non è neppure una sfida troppo difficile, perché il livello dei corpi intermedi “ufficiali” è crollato, più che abbassato. L’alternativa è possibile e la Rete la rende realizzabile anche senza le risorse di cui dispongono gli avversari. Risorse che in grande quantità vengono sprecate per inadeguatezza.
Si può fare. Lasciando le oppofinzioni alla loro faticosa spartizione delle briciole europee in cambio della rinuncia alla dignità.