Il coraggio, in politica è diventato merce rara.
Lo si è capito nei giorni scorsi quando, a seguito del DPCM del 3 dicembre, il Governo ha imposto a tutti gli Italiani, indipendentemente dalla “zona” – gialla, arancione o rossa che sia – in cui abitano di non spostarsi dal proprio comune di residenza nel corso dei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.
Che a Roma non si rendano conto che l’Italia non è la Capitale, ma è composta per la maggior parte da comuni piccoli o piccolissimi sembra del tutto evidente. 5.495 di essi, infatti, sono sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 69,53% del numero totale.
Tale evidenza ha spinto i governatori del Nord Zaia, Fontana e Cirio a richiedere al Governo di concedere una deroga al divieto agli spostamenti nei giorni festivi di fine anno almeno tra i comuni più piccoli.
Nella sua lettera a Giuseppe Conte il presidente della Regione Piemonte ha fatto un esempio più che calzante: “Uno spostamento da Roma nord a Roma sud è di circa 20 km, ed è così per tutte le grandi città d’Italia. In molte aree piemontesi, invece, l’arco di 20 km ricomprende una vera e propria costellazione di Comuni, una sorta di “città diffusa” che non raggiunge la densità demografica delle metropoli. Ecco alcuni esempi: Balme (TO) ha una densità di meno di 2 ab/kmq, Entracque (CN) di 5,30 ab/kmq, Rosazza (BI) di 10 ab/kmq, Macugnaga e Formazza (VCO) rispettivamente di 5,40 e 3,40 ab/kmq”.
Ciò che Cirio non dice, forse per non inasprire i toni della sua lettera, è che alla luce delle sue considerazioni, si violerebbe il principio sacrosanto dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
In ogni caso, ad oggi, da Roma non è giunta nessuna risposta.
Evidentemente il “Capo del Governo” – come Conte ama farsi chiamare – non vuole prendersi delle responsabilità. Egli si aspetta, come è fisiologico che ci sia, un picco dell’influenza, Covid o meno, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. E non vuole correre il rischio che la responsabilità politica di quello che i virologi di servizio già hanno denominato “terza ondata” sia scaricata su di lui.
Dal canto loro i governatori del Nord si sono limitati a timide, se non ossequiose, richieste. Anche loro temono, nel caso le loro lettere ricevano una risposta positiva, che il prossimo aumento dei contagi possa essere imputato a loro.
Poco coraggio, dicevamo, da entrambe le parti. Il coraggio che però non è mancato al Governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, allorché ha deciso di trasformare il suo territorio da zona “rossa” ad “arancione”, malgrado la contrarietà e le “vibrate proteste” del ministro Boccia.
E se i “governatori” del Nord volessero imitarlo, sarebbero ancora in tempo. Permettendo a milioni di anziani di non trascorrere i prossimi giorni di festa in solitudine.
