E dopo la strage, l’ennesima, sui posti di lavoro, aspettiamo con ansia l’approfondita analisi del ministro miracolato: i morti sul lavoro sono più fortunati perché non dovranno invecchiare facendo affidamento sulla sanità pubblica (visto che quella privata non possono permettersela poiché la qualità si paga). Cinque morti in un colpo solo obbligano anche il Quirinale ed il Vaticano ad occuparsene, almeno per un giorno e benché le vittime siano italiane. Distraendo da un’attenzione rivolta esclusivamente ai morti nel Mediterraneo.
Eppure Carlo Soricelli, con il suo Osservatorio sulle morti bianche, monitora quotidianamente questa strage. Ignorata da tutti quando i 3 o 4 incidenti mortali di ogni giorno si verificano in luoghi distanti tra loro. Ed ancora più ignorata, la strage, quando coinvolge agricoltori anziani, neppure assicurati all’Inail.
Ora, però, ci saranno inchieste approfondite. Come sempre. E se la responsabilità è di qualche “pesce piccolo”, siamo certi che pagherà. Se, invece, dovesse essere coinvolto qualche vertice di grandi gruppi.. beh, forse qualcuno ricorda ancora le rare cronache sul processo per i morti d’amianto all’Olivetti. Nessuno ha pagato, probabilmente i lavoratori si erano suicidati..
Ed i militari italiani morti per l’uranio impoverito nella guerra in Kosovo? Anzi, nell’operazione di pace. Perché l’Italia ripudia la guerra. Ogni tanto se ne parla, di queste morti, perché qualche tribunale ha il coraggio di pronunciarsi a favore delle vittime. Però il generale che difendeva i propri uomini era stato spedito ad occuparsi di carte geografiche e lo Stato italiano si è sempre schierato contro le vittime. D’altronde i proiettili con l’uranio impoverito erano stati sparati dai nostri amici/alleati/padroni statunitensi, dunque facevano bene alla pelle e facevano anche ricrescere i capelli.
Militari o civili, non cambia nulla: i lavoratori non devono essere tutelati perché la sicurezza ha un costo. E non si può pretendere che il padronato se ne faccia carico. Meglio mettere in conto uno stillicidio quotidiano di vittime. Giovani inesperti, anziani che dovrebbero essere in pensione, lavoratori anche con esperienza.
Poi, nella famiglia Meloni di governo, qualcuno si indigna perché le famiglie italiane non di governo preferiscono far studiare i figli invece di indirizzarli verso sicuri e ben retribuiti lavori manuali. Forse perché le famiglie normali, a differenza di quella governativa, leggono le statistiche sui morti da lavoro.