Ma come? L’Italia festeggia il trionfo dei Maneskin all’Eurovision Song Contest e quel noioso di Dibba rovina la festa ricordando che è l’anniversario dell’assassinio di Falcone e della sua scorta e che ci si dovrebbe occupare di qualcosa di più serio di una gara canora? Di Battista, indubbiamente, ha torto. Come si può pretendere che l’Italia ricordi Falcone, e poi persino il fascista Borsellino, quando la realtà attuale della magistratura ha come simbolo Palamara?
Quando l’Italia di oggi può nascondere lo scandalo Amara per non imbarazzare alcuni politici tanto corretti politicamente e tanto amati dalle italiane, ma non riesce a frenare il crollo di credibilità della magistratura nel suo complesso. Ed allora il confronto con Falcone e Borsellino diventa scomodo, molto scomodo. Diventa un atto di accusa nei confronti di chi utilizza i processi per far politica, per eliminare avversari scomodi, per far contenti i leader dei partiti anti italiani.

Dunque meglio occuparsi dei Maneskin, del trionfo in una competizione musicale. Eventualmente anche delle vittorie agli Europei di nuoto, anche se è più facile occuparsi di rock piuttosto di affaticarsi a comprendere il mondo dello sport. Meglio evitare confronti, meglio non stimolare ricordi che possono essere pericolosi per l’immagine di chi tutela gli invasori e cerca di spedire in galera chi prova a difendere i confini.
Chi ha permesso lo sviluppo della mafia nigeriana in Italia può perdere tempo a celebrare la memoria di chi è morto perché la mafia, italiana, la combatteva? Certo che no. Dunque Dibba deve rassegnarsi a festeggiare i cantanti vivi, dimenticando i magistrati morti.