59 nuovi centri logistici, oltre 100milioni di metri quadrati da realizzare. E da ultimare entro il 2030. No, non in Italia dove, nella migliore delle ipotesi, per quella data si riuscirebbe ad arrivare ad un progetto preliminare per una piccola parte degli interventi previsti. A dotarsi di questa nuova infrastruttura – riporta Agcnews – sarà invece l’Arabia Saudita che, per quella darà, vuole essere nei primi 10 posti mondiali per il Logistics Performance Index.
A Riad, evidentemente, fanno sul serio. Hanno deciso di realizzare la trasformazione dell’economia del Paese e lo fanno. Con efficienza e rapidità. Non vogliono più dipendere dal petrolio e, dunque, stanno modificando radicalmente la struttura economica dell’Arabia. Da un lato vogliono diventare una delle piazze finanziarie più importanti del mondo. Anche in concorrenza con i vicini Emirati. Dall’altro vogliono essere uno degli snodi fondamentali del commercio internazionale.
Ed i centri logistici sono determinanti per essere credibili nei rapporti commerciali e nella realizzazione di infrastrutture che colleghino l’India con la penisola arabica e la stessa penisola con la Via della Seta cinese e con le nuove reti ferroviarie della Russia che, da San Pietroburgo, raggiungono Iran ed India.
In teoria, ma molto in teoria e per nulla in pratica, anche l’Italia avrebbe dovuto puntare sulla logistica. Essere il Paese di transito tra i porti italiani sul Mediterraneo e l’Europa del Nord. Tra la Penisola iberica ed i Balcani. Invece il corridoio Ovest-Est fa i conti con l’alta capacità ferroviaria che non esiste se non parzialmente sul territorio italiano e non è utilizzata dalle merci. E con il tunnel sulla Torino Lione che sarà realizzato anni dopo il completamento di tutti i centri logistici sauditi. Quanto ai porti, ci si è “dimenticati” di collegarli con l’alta velocità.
Ma sarebbero servite idee ed i governi italiani sono da tempo privi di idee. Sarebbero serviti investimenti e non sprechi. Ed ora l’Italia, su ordine di RimbanBiden, appoggerà l’iniziativa di Nuova Delhi per i collegamenti dall’India all’Europa, passando per la Penisola arabica ed approdando nel porto greco del Pireo controllato dai cinesi.