Vincent Van Gogh, nato il 30 marzo 1853, è un artista complesso, la cui vita fu segnata da non pochi insuccessi e difficoltà. La pittura fu per lui veleno e antidoto. Ciò che gli provocò grandi sofferenze, a causa del misero riconoscimento che ricevette in vita. Ma allo stesso tempo ciò che gli permise di superare momenti di sofferenza profonda, come il periodo passato all’ospedale psichiatrico Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy. Proprio per questa ragione, le curiosità su Van Gogh non mancano.
A painter does well if he starts from colours on his palette instead of starting from the colours in nature […] colour express something itself.
Cerchiamo di conoscerlo un po’ meglio: attraverso i dipinti, i racconti e le lettere indirizzate al fratello Theo, sarà possibile scoprire alcune curiosità su Van Gogh.

Van Gogh si mutilò davvero l’orecchio?
Sono numerose le fonti che testimoniano che l’artista abbia subito una ferita al suo orecchio, tuttavia, le ragioni sono ancora oggi discusse. Alcuni sostengono sia stata la follia a guidare questo gesto autolesionista, altri affermano che sia stata opera del suo amico Gauguin. Era la sera del 23 dicembre 1888, ad Arles, Van Gogh decise di tagliarsi parte del suo orecchio con un rasoio, per poi avvolgerlo in un foglio di giornale e farlo portare ad una donna.

Il dottore Félix Rey scrisse a Theo, fratello del pittore, dicendogli che di fronte alla richiesta di spiegazioni rispetto all’accaduto, Vincent rispose “It was a purely personal matter”. Il medico fece anche uno schizzo (oggi osservabile al Museo dedicato al pittore ad Amsterdam) per mostrare il taglio di buona parte del padiglione dell’orecchio.
Van Gogh e Gauguin: amore e odio
L’amicizia tra Van Gogh e Gauguin inizialmente andava a gonfie vele, ma via via le cose andarono a peggiorare. Essi avevano due visioni dell’arte differenti: il primo preferiva dipingere partendo dalla realtà, mentre il secondo prediligeva partire dalla sua immaginazione. Tale divergenza è evidente nei due lavori che hanno come soggetto una sedia, a rappresentare la persona che si sarebbe seduta su di essa.

La sua vita ad Arles non era affatto semplice. I vicini fecero addirittura firmare una petizione per mandarlo via. Con l’aiuto del reverendo Salles, Vincent si fece internare volontariamente nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy. Qui la pittura rappresentò per lui un salvagente. Fino a quando un giorno ebbe improvvisamente un altro attacco seguito da diverse crisi. Dopo un anno lasciò l’ospedale e si recò ad Auvers, vicino a suo fratello Theo.
Il rapporto epistolare con suo fratello Theo
Van Gogh amava scrivere lettere, attraverso le quali riusciva a sfogarsi e a esternare le sue idee ed emozioni. Si contano più di 2000 lettere, delle quali molte sono in francese. All’interno di esse è possibile trovare anche schizzi e disegni, tendenzialmente a penna, con indicati i colori che egli avrebbe voluto utilizzare. Spesso nelle sue lettere Van Gogh confessava i suoi segreti a Theo, abitudine poco comune a quei tempi, durante i quali le persone non usavano dare dettagli personali negli scambi epistolari.
Se incuriositi e appassionati alla vita di questo artista, è possibile fare riferimento alla raccolta intitolata “Lettere a Theo”, in cui sono state messe insieme, dalla moglie del fratello, molte delle lettere che essi si sono scambiati a partire dal 1872 fino alla morte del pittore.
Una relazione contrastata: Van Gogh e Margot Begemann
Sua vicina di casa con 12 anni di più, Margot Begemann stava pianificando con Van Gogh di sposarsi. Tuttavia, ciò non fu possibile a causa del mancato consenso della famiglia di lei e del suo conseguente tentativo di suicidio. Disperata per questa situazione Margot si avvelenò. Fu un episodio che segnò particolarmente Vincent, il quale riuscì a salvarla prima che le loro strade si separassero per sempre.

Tanti ritratti, ma nessuna foto, perchè?
Un’altra interessante curiosità su Van Gogh è il fatto che fosse poco avvezzo a farsi fotografare. A sua detta le fotografie, rispetto ai dipinti, mancavano di vita e carattere. L’unica foto ritrovata dell’artista risale al 1872, un Van Gogh diciannovenne ancora lontano dalla vita da artista, che condurrà a cominciare dall’età di 27 anni.
A proposito di fotografie, Theo inviò al fratello una foto della loro mamma all’età di 69 anni. Vincent lo ringraziò per il pensiero, ma preferendo i ritratti dipinse la sua versione, così come egli la vedeva nei suoi ricordi.

Van Gogh: il pittore dei girasoli
Il famoso giallo Van Gogh è il colore che ha reso noto l’artista. Le sue opere più famose, infatti, sembrano essere intrise di sole, pensiamo ai Girasoli, alla Camera da letto, La casa gialla e gli ampi paesaggi con campi di grano.
Vincent fece diverse nature morte, sia perché vendevano, sia perché gli permettevano di sperimentare con il colore. Ma in particolare si dedicò alla rappresentazione dei girasoli, fiori poco apprezzati dai suoi colleghi, perché considerati poco eleganti. Ci sono cinque versioni differenti di Girasoli in un vaso, di cui la prima venne fatta a Parigi, e dalla quale Gauguin ne rimase affascinato.

A differenza di quanto alcuni affermano, Van Gogh non mangiò della vernice gialla per diventare allegro o più felice, bensì lo fece con lo scopo di avvelenarsi.
Loving Vincent
Amava dipingere di notte con un cappello di paglia e delle candele accese pinzate ad esso. Autore di circa 900 dipinti 1100 disegni, Vincent Van Gogh rappresenta un punto di riferimento per il mondo dell’arte. La vita e l’arte di Vincent continuano a ispirare non solo pittori, ma cantanti, scrittori e cinematografi. Un esempio è il film d’animazione britannico-polacco del 2017, Loving Vincent, primo film interamente dipinto su tela.
Quindi se siete ancora desiderosi di scoprire altre curiosità su Van Gogh, non ci resta che augurarvi buona visione!
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