L’intervista di Quarto Grado al fratello di Luigi Capasso, è specchio di una società retrograda, misogina, sessista e decisamente squallida.
E siccome in questo Paese, la democrazia è sopravvalutata ma consentita, vorrei rispondere punto per punto alle farneticazioni di quest’uomo.
Voglio farlo in quanto donna. In quanto moglie. In quanto zia. In quanto figlia.
Voglio farlo per quella madre ma soprattutto per quelle bambine, morte a sette e tredici anni.
La più grande, ricevendo sei colpi di pistola, di cui uno alla testa, mentre cercava di scappare o difendersi.
Voglio farlo perché le lacrime passano, le parole restano come macigni invece, e mi piacerebbe sentire il suono della sua coscienza, caro Signore.
Vorrei che venisse schiacciata e stritolata così tanto da poter provare almeno la metà del dolore che suo fratello ha causato a quella che una volta era la sua famiglia.
Ha sbagliato ma ha avuto 15 minuti di blackout. Ma era una persona stupenda mio fratello.
Suo fratello ha pianificato la strage con giorni e giorni d’anticipo.
Giuridicamente, credo si possa parlare di premeditazione (art 577 n 3 del c.p.) che, udite udite, è persino una circostanza aggravante nei delitti di omicidio.
Le persone stupende poi, sono altre.
Ghandi era una persona stupenda. Malala Yousafzai è una persona stupenda.
Madre Teresa di Calcutta (forse) era una persona stupenda.
Suo fratello no. Cerchi di usare meglio gli aggettivi nella prossima intervista.
Gliene consiglio un paio: mostruoso, efferato, repellente… c’è l’imbarazzo della scelta.
Una persona egoista non fa quello che ha fatto mio fratello
L’ha detto sul serio? L’ego di suo fratello era smisurato al punto da calarsi completamente nei panni di Dio, decretando vita e morte e miracoli. Era il Narciso dell’egoismo.
Un’aggressione sono dialettiche normali in una coppia.
Questa è la mia preferita.
Al di là dell’italiano claudicante… mi dica, la clava dove l’ha lasciata?
No mio caro Signore, le aggressioni innanzi tutto non sono “dialettica” e tantomeno consuetudine.
Sa cosa penso? Penso che se mio marito mi aggredisse “durante una normale dialettica di coppia”, lo farei diventare un eunuco.
E sarei davvero curiosa di sapere come la pensano le donne della sua famiglia, se siano davvero così felici di farsi dare mazzate nell’ambito di una “normale” dialettica di coppia. Forza. Ditecelo.
Può capitare di dare uno schiaffo ma l’aggressione è un’altra cosa.
Le ho già risposto ma vale la pena mettere nero su bianco il suo pensiero.
Così che tutti conoscano la differenza fra uno schiaffo e un’aggressione. La ringraziamo molto.
Mia cognata Antonietta è stata mal consigliata.
Qui credo si riferisca all’avvocato o alla migliore amica.
D’altronde è naturale: se vieni presa a schiaffi, devi sottometterti.
Non sia mai che “per il troppo amore” a uno vengano quindici giorni di blackout.
I tradimenti si fanno e si ricevono, lui non accettava la separazione.
Non l’accettava al punto da preparare una lettera in cui lascia 5000 euro all’amante. Un’altra delle sue normali dialettiche di coppia suppongo. Nella prossima intervista dipingerà suo fratello, oltre che come essere amorevole e innamorato, anche come uomo estremamente generoso e altruista.
– Mi scusi qual è il problema (se le ha controllato l’app)?
– Ma scusi, quello è un reato.
– Sarà pure un reato ma quella è sua moglie, siamo tutti gelosi.
Caro Signore, parli per lei.
Anche io a 17 anni ho tentanto di mettere sotto controllo il cellulare del mio fidanzato. Avevo 17 anni, non ero un carabiniere, non avevo una pistola, non andavo in giro ad aggredire la gente a buffo e soprattutto, avevo 17 anni. Non 44.
Lui voleva solo vedere le figlie. Ricostruire il rapporto con le sue figlie. Fidati. Mio fratello amava alla follia le figlie.
“Fidati”. Una cosa buona l’ha detta: era un folle.
Twain disse che “tutto ciò di cui hai bisogno in questa vita è ignoranza e fiducia”.
Da quelle parti, a quanto pare, avete tanto di entrambe le cose.
Di tutta questa tragedia, caro Signore, resterà soltanto una donna.
Una donna mal consigliata, presa a schiaffi e insultata nell’ambito di una normalissima dinamica di coppia, ridotta in fin di vita e infine costretta a piangere la morte delle sue due figlie.
Sono sicura, che sua cognata Antonietta saprà comprendere e farsene una ragione.
Ad armare quella pistola, è stato solo il troppo l’amore.