Dopo la fuga vergognosa, dopo il caos totale, dopo aver ammesso di non sapere neppure quanti siano gli americani in Afghanistan, il povero vecchio Biden si è lanciato anche in una penosa dichiarazione storica, ovviamente sbagliandola completamente. Ora, pur ammettendo che la situazione sia sfuggita di mano (e soprattutto di testa) a quello che Gaber definiva come “il popolo più stupido”, i continui disastri di Biden suscitano qualche perplessità. È davvero così rimbambito o gli impongono di apparire tale?
Si può ammettere che gli yankee siano delle capre in storia, e non solo in storia. Dunque una scivolata sulla complessità dell’esodo afghano la si può persino accettare. Si può credere alla loro sorpresa di fronte alla rapidità con la quale i talebani sono avanzati sino a conquistare Kabul: è di nuovo un problema di QI. Diventa difficile credere alla mancanza di notizie sul numero di americani presenti in Afghanistan, anche perché sarebbe sufficiente chiedere di informazioni ad Alberto Negri – ora editorialista al Manifesto dopo aver sprecato gli anni migliori al Sole 24 Ore – che a Rai News 24 ha spiegato che gli yankee nel Paese asiatico sono 10/12.000.
Non è che siano andati lì per turismo. Erano parte di quel progetto negato dal solito Biden di voler costruire una nazione di comodo per gli Usa. Occupandosi di accrescere la produzione di oppio e mascherandola con iniziative culturali. E, dunque, erano perfettamente consapevoli che il progetto era fallito, che il regime di Kabul era corrotto ed incapace e che sarebbe crollato in tempi brevissimi. Più brevi di quelli che servono a Lamorgese per mettere fine ad un rave party abusivo.
Si può credere che i militari americani non avessero informato Biden sul loro fallimento come organizzatori e motivatori dell’esercito di Kabul. Che non avessero previsto di dover abbandonare le armi pesanti nelle mani dei talebani, anche se erano mesi che si preparava l’abbandono del Paese.
Però è difficile credere a tutto questo insieme. O davvero le lobby Usa hanno imposto come presidente un perfetto imbecille oppure, molto più semplicemente, hanno deciso di anticipare i tempi per una successione alla Casa Bianca. Il vecchio Biden dimostra di non essere in grado di guidare il Paese e viene sostituito da Kamala Harris, vicepresidente donna ed afroasiatica (con la parte afro transitata in Giamaica).
È vero che anche Harris non ha proprio entusiasmato i suoi fans liberal e dem quando ha aperto bocca sugli invasori latinoamericani invitati a restarsene a casa per evitare di essere ricacciati indietro dagli yankee. Però dopo ha smesso di parlare ed è subito risalita nel gradimento. Dunque potrebbe sostituire Biden se il presidente dovesse continuare a sparare scemenze come se piovesse. Donna e scura per cambiare radicalmente immagine degli Usa nel mondo. Asiatica per contrastare Cina e Russia proprio in Afghanistan e nei rapporti di Mosca con l’India; afrogiamaicana per disturbare Pechino nel continente Nero.
Inoltre liberal per conquistare la gauche caviar europea. Mancano i latinoamericani, che a lei non piacciono, e mancano proprio gli statunitensi. Un particolare non proprio irrilevante..