Nella notte tra il 25 ed il 26 febbraio l’Azerbaijan commemora il massacro di Khojaly del 1992. Quando le truppe armene regolari insieme a bande irregolari entrarono nella cittadina del Nagorno Karabakh ed assassinarono 613 civili, tra cui 63 bambini, 106 donne e 70 anziani. Un massacro senza esclusione di torture, con vittime bruciate vive, decapitate, mutilate, scalpate. E a tutt’oggi 150 corpi non sono stati ritrovati.
Un massacro che non è mai stato punito e questo contribuisce a spiegare le ragioni di un conflitto trentennale che ha insanguinato la regione, con odii mai sopiti, recriminazioni, vendette, ripresa degli scontri. Sino a quello che, al momento, pare l’ultimo capitolo con il ritorno del Nagorno Karabakh sotto il controllo di Baku.

Probabilmente molte vittime sarebbero state evitate se i vari organismi internazionali non si fossero limitati a vuote ed inutili condanne per la strage di Khojaly, ma si fossero degnati di punire i colpevoli. Perché a poco servivano le parole del Consiglio d’Europa che condannava “la violenza e gli attacchi diretti contro le popolazioni civili nell’area del Nagorno Karabakh della repubblica dell’Azerbaijan”. E la Corte europea per i Diritti dell’uomo è arrivata solo nel 2010 ad una sentenza in cui si sosteneva che “le relazioni disponibili da fonti indipendenti sembra che indichino che al momento della cattura di Khojaly, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 1992, centinaia di civili di etnia azerbaigiana sarebbero stati uccisi, feriti o presi in ostaggio durante il loro tentativo di fuggire dalla città catturata, da combattenti armeni che attaccavano la città”. Ponzio Pilato non sarebbe stato più vago.
Perlomeno la Corte aveva definito il comportamento degli aggressori come atti equivalenti a crimini di guerra o crimini contro l’umanità. Anche alcuni Paesi dei vari continenti hanno adottato risoluzioni parlamentari per commemorare il genocidio. Dalla Repubblica Ceca al Messico, dalla Scozia a 19 Stati degli Usa, dal Perù alla Colombia.
E l’Azerbaijan lamenta che anche nella guerra ripresa lo scorso settembre, le forze armate armene avrebbero colpito con armi pesanti numerose abitazioni civili, scuole, ospedali, strutture religiose. Il Nagorno Karabakh è ora tornato sotto il controllo azero dopo quasi 30 anni. E Baku vorrebbe creare nella regione delle opportunità di collaborazione tra le etnie. Però chiede che i colpevoli della strage di Khojaly vengano finalmente puniti. E che i famigliari delle vittime siano adeguatamente risarciti.
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A 29 anni dalla strage di Khojaly gli azeri chiedono giustizia | Electomagazine
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