La cultura della destra che tenta di non essere fluida riparte da Cagliari. Ovviamente non poteva essere la Garbatella il luogo del tentativo di rilancio. Invece il coraggio di un sindaco come Paolo Truzzu e l’abilità organizzativa di Fabio Meloni offriranno il 2 e 3 novembre un confronto vero tra alcune delle anime di questo destracentro di governo. Non tutte, certo. Ma già la presenza di Marco Valle che presenterà il suo libro “Patria senza mare” rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla non cultura offerta dal circolo del grande raccordo anulare di Roma con qualche propaggine nel cuneese.
In fondo l’iniziativa cagliaritana non sorprende più di tanto. Perché, in questi anni la Sardegna è stata un laboratorio politico e culturale sottovalutato ma di buon livello. Forse sottovalutato proprio perché di buon livello e dunque imbarazzante per altre realtà ben più ricche ma prive di idee e di spessore.
Un segnale che dovrebbe essere recepito da tutte quelle destre che nascondono la propria irrilevanza dietro il falso alibi di essere in territori periferici. E proprio le profonde differenze politiche all’interno del mondo che viene definito come “destra” possono offrire l’opportunità di confronti/scontri non banali. Possono aprire ad una ricerca culturale vera, ad una analisi, ad un ripensamento che porti ad una diversa visione del futuro.
E la riduzione al minimo possibile della presenza dei politici di professione – a Cagliari saliranno sul palco solo il sindaco, il ministro del Mare Nello Musumeci e il presidente dell’Anci Antonio De Caro – rappresenta un ulteriore segnale di cambiamento. L’importante è che non si tratti di un confronto unico, senza seguito.
Le difficoltà, in futuro, non mancheranno. Sia per l’inadeguatezza della classe dirigente sia perché un dibattito aperto e senza controlli preventivi potrebbe provocare grandi imbarazzi in chi pensa di governare in nome di Biden e di Ursula von der Leyen.