Troppo impegnati a raccontare in modo inverosimile una guerra comunque tragica, i chierici della disinformazione italiana si perdono pure le notizie che li aiuterebbero a sostenere le proprie tesi precostituite. Ma forse, trattandosi di notizie, per loro rappresentano un pericolo. E poi, magari, bisognerebbe conoscere un minimo di storia per capire ciò che succede. Storia italiana, sia chiaro. Ma a scuola non si studia più.
Però, tra il racconto della fine dei missili russi a inizio gennaio, i successi delle controffensive ucraine, l’isolamento di Putin e sciocchezzaio vario, avrebbero potuto scoprire il malumore di Yevgeny Prigozhin. Chi? Il fondatore del gruppo Wagner. Ossia del gruppo che sta ottenendo, sul campo, i più significativi successi dalla parte russa.
Ma, probabilmente, questi successi danno non poco fastidio. Non solo a Zelensky ma anche ai vertici russi. Non a Putin, di cui Prigozhin è buon amico, bensì al ministro della difesa ed al capo di stato maggiore. Secondo il leader di Wagner, infatti, il suo gruppo verrebbe boicottato e privato delle munizioni indispensabili per proseguire nell’offensiva che sta avendo successo. Un tradimento di fatto, insomma.
Ovviamente i personaggi accusati da Prigozhin non sono al soldo di Biden e non si rivolgono a Zelensky per ottenere carichi di coca. Semplicemente hanno fallito tattiche e strategie e, di conseguenza, patiscono i successi ottenuti sul campo dai mercenari di Wagner. Pura e semplice gelosia. Che aumenta considerando anche le attività di Wagner in Africa. Insomma, Prigozhin dispone di un esercito parallelo ma più efficiente di quello ufficiale. Ovviamente a Wagner mancano gli arsenali più avanzati, dai sommergibili ai missili più potenti.
Ma è comunque un esercito privato. E le storie del passato dovrebbero insegnare che questi eserciti di mercenari e di avventurieri finiscono spesso per rappresentare un pericolo proprio per chi li ha ingaggiati. Dall’antica Roma al Medioevo. Anche nel caso di una estrema solidità del rapporto con Putin, è evidente che Prigozhin difficilmente si accontenterà di una pacca sulla spalla e di una montagna di soldi al termine della guerra. Ed è di questo che hanno paura quei vertici politici e militari che non hanno mostrato la medesima efficienza nel conflitto ucraino.
Di questo dovrebbero occuparsi i chierici della disinformazione. Perché non è per nulla scontato che da queste polemiche interne alla Russia nasca una nuova dirigenza più filo occidentale. Anzi, è più probabile che siano i falchi ad imporsi.