Con l’usuale tecnica del piagnisteo e il condimento della cattiva coscienza, si legge sul quotidiano locale di Pordenone l’ennesimo pistolotto contro il sindaco Anna Cisint e la puntuale manfrina a supporto della comunità islamica.
Per fortuna che ci sono ancora Giornalisti (con la G maiuscola) i quali, non piegati al potere e non addetti alla pratica ipnotica nei confronti dell’opinione pubblica, si pongono in posizione critica a riguardo delle richieste degli allogeni di riconoscimenti e altre poco amene richieste.
Se l’ignoranza, la malafede e il servilismo non dilagassero nei centri della (dis)informazione, certe esternazioni non verrebbero neppure sibilate negli scantinati delle loro sedi.
Negare che ci troviamo di fronte ad una invasione programmata da diversi decenni, che tale conquista è attuata attraverso l’infiltrazione nel tessuto collettivo, che non c’è alcuna volontà di integrazione da parte di tali soggetti, che il peso sociale e sanitario sta mettendo in ginocchio intere economie, che – insomma – la stessa fisionomia culturale sta progressivamente degenerando, non può essere solo una questione di estrema incompetenza e di stupida approssimazione.
Ci sono saggi, inchieste, documenti, statistiche, prove visive come questo “melting pot” etnico-culturale ha devastato e sta devastando paesi fino a qualche decennio fa esempi di civiltà: Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Gran Bretagna, Francia ecc.
Nonostante ciò si insiste ad attaccare chi difende la propria comunità e il proprio territorio.
Allora siamo ben oltre all’inettitudine e al pressapochismo, e arriviamo alla volontà di liquidazione del nostro patrimonio e del nostro retaggio: e questo si chiama intelligenza con il nemico.