Forse la sonnacchiosa Regione Piemonte ha finalmente scoperto che la seconda parte del nome (Pie-Monte) è riferita a quelle curiose formazioni più o meno coniche che si innalzano intorno alla pianura. Quei luoghi semi sconosciuti, che alcuni chiamano Alpi, sono addirittura abitati da esseri umani. Così gli eroici esploratori Fabio Carosso, vicepresidente della Regione e addirittura assessore alla Montagna, e Luigi Icardi, assessore alla Sanità, sono saliti sino a Prazzo per confrontarsi sul futuro dell’ex caserma Pisacane di Prazzo Inferiore.
E Gabriele Lice, sindaco del paese della Valle Maira e promotore dell’iniziativa, ha invitato anche i primi cittadini di Acceglio, Stroppo, Elva, Macra, San Damiano, Roccabruna, Dronero e Caraglio. Perché è evidente, in montagna, che un intervento su un territorio può avere ripercussioni positive su un’area ben più vasta.
Un intervento – come ha riconosciuto Lice – difficile ed impegnativo “per la creazione e l’adeguamento di strutture per servizi alla persona, culturali e sanitarie, al fine di migliorare la vita ai residenti ma anche di attirare nuovi insediamenti sia abitativi sia produttivi”.
In particolare il sindaco si riferisce ad energie sostenibili, teleriscaldamento, cultura, turismo e sanità come “semi da mettere a dimora per trasformare un ex complesso militare in un fiore all’occhiello di tutta la Valle Maira”.
Il primo passo è stato compiuto. Ma è indispensabile che alla Regione Piemonte si comprenda che il cammino non può fermarsi a quel primo passo. E magari non sarebbe male accelerare i passi successivi per arrivare in tempi brevi allo studio di fattibilità, alla progettazione ed alla realizzazione approfittando sia del bando aree interne sia del Pnrr.