”Civici a pagamento pubblico”. Mino Giachino, candidato sindaco di Torino per la lista civica Sì Tav Sì Lavoro, attacca i concorrenti sinistri che stanno raccogliendo i consensi dei boiardi non di Stato ma di enti locali vari. “Quando io ho organizzato le manifestazioni per il futuro di Torino – aggiunge l’ex sottosegretario alle Infrastrutture – mica l’ho fatto a pagamento. Io mi mantengo lavorando in un’azienda, io!”.

Mentre la sinistra civica, secondo Giachino, sarebbe composta e sostenuta da chi ha sempre incassato – legittimamente – denaro pubblico per incarichi vari. E non sempre con risultati memorabili. “Ora si presentano come civici, ma a sostegno della sinistra, con la speranza di continuare ad incassare contratti, consulenze, incarichi dopo il voto”.
Un investimento, dunque, non a favore di Torino ma delle proprie finanze personali. Anche in questo caso, però, aspirazioni del tutto legittime. Giachino magari pensa ad un conflitto di interessi, ma il problema non è quello. Il problema vero è che il mondo che gira intorno a questa fantomatica civica rappresenta il sistema che ha affossato la città. Che ha creato un debito spaventoso senza creare sviluppo. E che adesso pretende di aver l’esclusiva sulla definizione di lista civica mentre gli altri, ovviamente, sarebbero dei “pericolosi destri” mascherati.