..E io ti scippo il candidato. Il centrodestra torinese si sta avviando verso l’ennesima figura da cioccolatai. Il che, ovviamente, non sorprende. Per ricapitolare la pagliacciata bisogna partire dall’individuazione di un candidato sindaco teoricamente in rappresentanza del centrodestra intero ma indicato solo dalla Lega: Paolo Damilano. Un imprenditore che, prima ancora di cominciare la campagna elettorale, ha rifiutato ogni etichetta e si è autocollocato al centro, da moderato. E le destre? Mute, come al solito.
Poi il candidato civico si è circondato di consiglieri rigorosamente schierati con il centrosinistra e persistentemente nemici di ogni cultura alternativa al pensiero unico obbligatorio. E le destre? Mute.

Ma la proposta di Chiara Appendino per un’alleanza tra 5 Stelle, Pd e LeU ha complicato la situazione. Perché, a quel punto, Moderati, renziani e calendiani hanno pensato che fosse meglio puntare su Damilano. E poco importa se l’idea del sindaco scadente è stata respinta al mittente. La tentazione di una candidatura alternativa, sostanzialmente centrista, è rimasta sul tavolo. E le destre? Sempre, immancabilmente, mute.
Paradossalmente ci si potrebbe ritrovare con un candidato indicato dalle destre e votato dal centrosinistra, con una eventuale giunta tutta di centrosinistra in caso di successo. Un capolavoro tattico, strategico, ad ogni livello. Ma anche se Damilano centrista non dovesse vincere, avrebbe compiuto una meravigliosa operazione a favore del candidato ufficiale del Pd. Obbligando all’astensione gli elettori di destra e, dunque, consegnando a Lo Russo o a chissà chi una vittoria facile facile. E le destre? Non se ne sono neppure accorte.