Dopo Mattioli e Damilano spunta il nome di Giletti come possibile candidato del centrodestra alle elezioni comunali di Torino. Sì, proprio Massimo Giletti, il conduttore tv in passato fidanzato con una patetica esponente plurisconfitta del Pd. E subito la base insorge, ironizza, protesta. Probabilmente non per la figura di Giletti, che non si sa neppure se sia interessato. ma per il metodo. Sempre e soltanto nomi calati dall’alto, mai una discussione, un confronto, una proposta da condividere. Prendere o lasciare. E, in passato, l’elettorato ha sempre lasciato.
Giletti è amico di Salvini. Può bastare per scegliere un candidato? E può bastare per votarlo?
Però, terminati i sacrosanti motivi di insoddisfazione e pure di rabbia, si può cominciare a guardare agli aspetti positivi per il centrodestra. Innanzitutto si tratta di un personaggio televisivo, conosciuto, con un notevole seguito. Così si risolverebbe la cronica incapacità di comunicazione di Lega/Fdi/Fi. Un giornalista come Toti che è stato un pessimo vice di Berlusconi ma si è rivelato un buon governatore della Liguria.
Non si sa se Giletti abbia delle idee politiche compatibili con quelle dei suoi potenziali elettori. E non sarebbe male che un candidato si confrontasse con i militanti dei vari partiti prima di iniziare la campagna elettorale. Perché è vero che conta l’immagine, la fuffa, l’apparenza. Ma conoscere anche la sostanza non sarebbe proprio un errore. Il conduttore tv ha inoltre il vantaggio di non aver flirtato politicamente con la sinistra, a differenza di altri potenziali candidati. Ed i flirt privati sono irrilevanti.
Molto più rilevante, invece, la squadra che dovrebbe accompagnarlo. Perché vanno bene i tombini ed i lampioni, ma sarebbe il caso che una giunta comunale avesse anche una visione politica. Si prosegue con la cultura a senso unico o si cambia? Si prosegue con la guerra alla viabilità o ci si potrà muovere in città? Si prosegue con il servilismo nei confronti del Sotto sistema Torino o si lavora per valorizzare chi ha competenze e capacità? È su questi temi che si deve giudicare la eventuale candidatura di Giletti, non sui discutibili show televisivi.