Giornata di protesta per il popolo delle partite iva torinesi. Ieri, davanti alla sede dell’Agenzia delle entrate di corso Bolzano, uno sparuto sit organizzato e sostenuto dalla FIPI – Futuro Italiano Partite Iva, dal Movimento Amici d’Italia e dal Movimento Nazionale Italiano, si è dato appuntamento per protestare contro le insoddisfacenti misure del governo.
La manifestazione, contemporaneamente, è avvenuta in diverse città del nord Italia fra cui Cuneo, Firenze, Crema.
La presidente di FIPI, Beba Pucciatti, ha dichiarato davanti alle telecamere dei cronisti locali: “Chiediamo al governo di considerare i lavoratori in partita iva non come lavoratori di serie B. Le partite iva lavorano sempre, non hanno malattia né maternità e non hanno mai ricevuto nessun tipo di aiuto concreto dai Governi che si limitano a usare le partite iva (e i pensionati) come bancomat da spremere a uso e consumo per far fronte a questa o quell’altra crisi. Noi chiediamo – continua, la portavoce di FIPI – l’istituzione di un fondo di sicurezza per le partite iva utilizzando i soldi provenienti dalle accise (ndr. Carburante), affinché queste possano essere tutelate in caso di gravi e comprovabili difficoltà economiche, in caso di gravi infortuni oppure, sotto forma di sostegno in favore dello stesso nucleo familiare, in caso di suicidio del capo famiglia. Noi siamo dei donatori di tasse. Meritiamo più attenzione da parte dei governi.”
Il discorso appassionato della Pucciotti si consuma interrotto da qualche applauso dei pochi presenti. Politica torinese non pervenuta, completamente assente all’incontro organizzato dalle partite Iva, se non fosse per una semi sconosciuta presenza, questa volta apartitica, di un candidato di Fratelli d’Italia, Andrea Revel Nutini che si confonde tra la piccola folla mentre tiene in mano un piccolo cartello con su il logo di FIPI.
Quando gli chiedo che ci fa un aspirante consigliere comunale fra i lavoratori autonomi, ci risponde: “Prima ancora di fare il politico, innanzitutto io sono una Partita Iva. Faccio parte di FIPI e sostengo le lotte del movimento da diverso tempo e sono convinto che i lavoratori autonomi siano una risorsa da proteggere, sostenere e promuove, soprattutto per una città come Torino. Spiace davvero che non ci siano altri colleghi politici a portare ascolto e presenza a una battaglia che dovrebbe davvero coinvolgere tutti, da destra, centro a sinistra.”
In un paese che durante gli ultimi 30 anni del 900 ha fatto i salti mortali per rendere il “posto fisso” (meglio se pubblico) la panacea di tutti i mali, oggi pare essersi scordato chi sono i pro-motori dell’economia italiana, piccola, stanca e retta su gambe smunte. La PMI italiana e i lavoratori autonomi appaiono come i nuovi deboli, travolti senza pietà da una pandemia mondiale, abbandonati dai governi. Governi che a loro volta sembrano più preoccupati a mettere le ruote ai banchi che il pane in tavola ai ristoratori, proprietari di cinema e lavoratori autonomi del mondo della vendita al consumo.
C’è da sperare che se i banchi non mettano le ruote, che almeno il governo Draghi metta il senno e si occupi concretamente dei lavoratori autonomi e della ripartenza del paese e della sua economia territoriale.