Si può fare! In campagna elettorale avvengono miracoli che per altri 5 anni vengono tranquillamente ignorati e considerati impossibili. Così, a Torino, a pochi giorni dal voto per il ballottaggio, la polizia è intervenuta in uno stabile che le grandi risorse che piacciono alla gauche immigrazionista avevano trasformato nel “palazzo dello spaccio”. Inserito in un quartiere con costruzioni esteticamente gradevoli ma ormai in mano alla delinquenza che opera indisturbata.
Con le rare famiglie italiane che non hanno abbandonato le abitazioni costrette a subire una situazione intollerabile. E per festeggiare la liberazione di una casa, una sola, a Torino è arrivata persino Giorgia Meloni che ha accompagnato il candidato sindaco del centrodestra, Paolo Damilano.
Peccato che la soluzione di problemi di questo tipo dipenda dal ministero degli interni (sì, proprio Lamorgese..) e dalla magistratura. Però se alla loro inerzia si aggiunge pure un sindaco che se ne frega delle difficoltà degli italiani e provvede solo a tutelare gli stranieri, i problemi si acuiscono. Mentre un sindaco attento anche agli italiani di periferia potrebbe rafforzare la voglia di resistere, di reagire ai continui soprusi.
Pochi anni orsono gli immigrazionisti avevano assicurato che, “gentrificando” l’area, la delinquenza di importazione se ne sarebbe andata. Non è successo. È stato creato un centro alimentare di qualità e con prezzi elevati ma, intorno, è rimasto lo spaccio, la ricettazione, anche solo l’utilizzo dei mezzi pubblici senza il fastidio di acquistare il biglietto.
Dunque è comprensibile la felicità della famiglia italiana assediata nel vedere, finalmente, un briciolo di solidarietà da parte dei politici. Che, tanto per chiarire la situazione, hanno parlato in mezzo ai blindati della polizia. Non è proprio un’immagine che offra motivi di speranza per i prossimi giorni, quando carabinieri e polizia non ci saranno più e gli spacciatori potranno tornare al lavoro. Perché i magistrati sono pronti ad applicare la legge che impedisce di lavorare agli italiani senza Green Pass, ma si dimenticano di intervenire se il lavoro degli stranieri è quello dello spacciatore (chissà se accompagnato dal Green Pass).