Il candidato mascherato del centrodestra torinese ha deciso che si concederà, magnanimamente, ad una comparsata online con i rappresentanti di Fratelli d’Italia e Forza Italia. È già apparso, come la Madonna di Fatima, a un centinaio di pastorelli leghisti e farà altrettanto con gli altri due partiti a cui permetterà di votarlo.
Una campagna elettorale assurda, quella subalpina. A sinistra esiste da mesi il candidato scelto dal Pd locale, Stefano Lo Russo, ma non è ancora stato ufficializzato. Perché a Roma non piace e non piace nemmanco ai 5 Poltrone torinesi che dovranno sostenerlo al ballottaggio. Loro, i 5 Poltrone, il candidato ce l’avrebbero anche, ma non lo dicono a nessuno. E sarà divertente assistere ai contorcimenti con cui la candidata non più grillina inviterà i suoi a votare per Lo Russo al secondo turno. Proprio quel Lo Russo che, per 5 anni, ha massacrato il sindaco Appendino e la nuova candidata del Movimento 5 poltrone.

Riesumerà il “pericolo fassista” rappresentato da Paolo Damilano e dalla sua squadra di centrosinistri che fingono di essere di destra. Ovviamente destra e centrodestra se ne fregano. A loro basta ottenere qualche posto di sottogoverno e qualche assessorato, ma di quelli poco importanti. Fa fine e non impegna. Dove non siano richieste competenza e professionalità, studio e preparazione. Per il resto, in attesa che un esponente della destra presenti il suo programma – che Damilano ignorerà in quanto non in linea con il programma dei suoi consiglieri pescati nel centrosinistra – si guarda all’eventuale allargamento al centro. Tra promesse, impegni che non verranno onorati, trattative sopra e sotto il banco. Nella consapevolezza che Damilano o vince al primo turno oppure non ha chance al ballottaggio.
Per questo occorrerà cercare anche un accordo con Mino Giachino che, con la lista Sì Tav sì lavoro, potrebbe essere determinante.
Ciò che è più evidente, in questo bailamme, è la totale mancanza di discussione sui programmi. Che saranno presentati, tanto per far scena. Ma che sono del tutto irrilevanti nelle trattative.