Tutti in periferia, il sabato sera. Dopo la delusione, profonda delusione, per l’esito delle primarie del centrosinistra a Torino, la gauche caviar corre ai ripari ed ordina la riconquista delle aree popolari. Quelle che hanno ignorato i gazebo del Pd e pure il voto online, con il brillante risultato che i voti per i 4 candidati del centrosinistra sono stati molti meno rispetto alle firme necessarie per le candidature. E qualche dubbio è sorto..
Ma anche dando per buoni i risultati ufficiali, il problema delle periferie resta fondamentale. Perché non basteranno i plebisciti probabili in Crocetta, nella Ztl ed in collina. La buona borghesia subalpina, erede dell’Azionismo, parte integrante di quel Sottosistema Torino che ha rovinato la città, non farà mancare il suo sostegno a Lo Russo, candidato di apparato che ha vinto per poco più di 300 voti le primarie, davanti al civico indicato dalle madamine e compagni.

Però il giovane piddino dovrà sforzarsi, far finta di non sentire il puzzo di povertà ed addentrarsi nei quartieri popolari. Evitando di definire “pittoresco” il malessere delle periferie, il disagio di chi è considerato minus quam merdam perché non si entusiasma di fronte alle risse per lo spaccio di droga dei clandestini che hanno colonizzato i quartieri popolari. Sposterà in barriera la movida dei radical chic, raccomandando di indossare abiti adatti per confondersi con i poveri.
Mica facile andare dai giovani sottopagati a spiegare che è giusto e bello guadagnare sempre meno perché l’esercito industriale di riserva, arrivato dall’estero, accetta condizioni di lavoro indecenti e salari in nero sempre più bassi. Per la felicità del padronato che vota Pd come ringraziamento per aver fatto arrivare i nuovi schiavi.
In periferia non apprezzano. Come non si entusiasmano per il disastro della viabilità provocato da Lapietra, assessore pentapoltronato all’immobilità. La nemica numero 1 di chiunque utilizzi l’auto ha fatto sì che l’ingresso in Torino rappresenti un disincentivo per chi si serve di vetture private. Ha creato ingorghi laddove il traffico scorreva fluido; ha organizzato i semafori in modo che si sia obbligati a fermarsi ogni poche decine di metri. Ignorando che l’auto è spesso l’unico mezzo di locomozione utilizzabile per i pendolari, per i turisti, per chi si sposta per lavoro (portare gli abiti di campionario in bici o in tram non è il massimo). Così le periferie si intasano, l’aria diventa irrespirabile, i tempi di percorrenza aumentano, la qualità della vita peggiora.

Si spalancano le opportunità per il centrodestra? Non è per nulla sicuro. Perché un centrodestra allineato all’Unione industriale o all’Api non trova consensi tra chi si sente sfruttato. Un centrodestra allineato all’Ascom non può piacere a chi, in periferia, è stato dimenticato dall’associazione prona ai voleri della gauche caviar della Ztl.
E se la filosofia immigrazionista, la incultura amerikana imposta dai radical chic, le manifestazioni politicamente corrette ed immancabilmente noiose non conquistano le folle dei quartieri popolari, la mancanza di una proposta alternativa diventa un handicap per un centrodestra che voglia vincere partendo da chi è rimasto deluso dal nulla dei pentapoltronati e dall’odio per gli italiani dimostrato in ogni occasione dalla nomenclatura della gauche caviar.