Marco G. Dibenedetto scrittore torinese e membro fondatore del gruppo di scrittori Torinoir, ritorna con “L’assassino di giocattoli” (€uro 2,50 p. 28) pubblicato da Buendia Books, un racconto venato di noir, intrigante e coinvolgente.
Luca Morini, ventisei anni, è in partenza per gli Stati Uniti, dove seguirà un master in economia. Il giovane ha avuto molto dalla vita: un’infanzia felice, genitori amorevoli che l’hanno sempre seguito, fatto studiare fino a conseguire la laurea in economia. Il padre, grazie alle sue conoscenze, gli ha consentito di avere un ottimo lavoro in FCA, un discreto stipendio e di avere dei benefit inimmaginabili per un giovane della sua età. La vita sentimentale, inoltre, si rivela altrettanto appagante.
Un giorno, però, la vita gli presenta il conto. Mentre sta cercando il passaporto a casa dei suoi genitori, scopre dei documenti che gli rivelano una verità sconvolgente: le persone che l’hanno cresciuto così amorevolmente, non sono i suoi veri genitori ma, in realtà, l’hanno adottato. Luca è investito da un tornado di emozioni contrastanti, da cui esce determinato a conoscere la verità, a qualunque costo.
Caparbio e tenace, non chiede spiegazioni ai suoi genitori, ma s’inoltra nel labirinto della burocrazia, scontrandosi contro un muro di gomma impenetrabile. Il giovane, lungi dal darsi per vinto, approfondisce le sue indagini nell’ambito delle adozioni, individuando con certosina pazienza gli indizi che lo portano verso la verità, scavando anche tra le righe dei fatti di cronaca.
Il percorso investigativo lo condurrà fino al giudice che si era occupato della sua pratica, in un crescendo di tensione ed emozioni e Luca accenderà la luce della verità, e sarà accecato tragicamente dal suo bagliore.
Dibenedetto ha affrontato con profondità e sensibilità un tema di attualità come quello dell’adozione con le sue luci e ombre, sapendo alternare dramma e ironia, bilanciati con raffinata armonia in un edificio narrativo costruito sui meccanismi migliori di noir, tragedia e commedia.