Il nuovo governo aveva appena giurato e già la politica estera era stata indirizzata verso la sottomissione al petomane di Washington ed al pazzo di Kiev. Nella totale indifferenza – o ignoranza, e sarebbe persino meglio – verso ciò che sta succedendo nel resto del mondo. Come se non esistesse, come se la realtà fosse limitata a Stati Uniti ed Ucraina, con qualche sprazzo per Bruxelles. Invece, stranamente, il resto del mondo ha continuato a vivere e ad agire.
E mentre l’Unione europea faticava ad accordarsi su un ipotetico prezzo del gas – in attesa di verificare se i fornitori accetteranno una imposizione non concordata – Mosca e Ankara si accordavano sulla trasformazione della Turchia in una sorta di hub del gas per l’Europa e non solo. Ma, come sottolinea Agcnews, sull’energia è stato raggiunto un accordo anche tra Cina ed Arabia Saudita. Un accordo che parte dalla stabilità del mercato petrolifero per allargarsi al nucleare, alle energie rinnovabili, all’idrogeno.
E di fronte alle perplessità di Bruxelles (e pure della Nato), Erdogan ha chiarito che la Turchia “può acquistare e trasportare petrolio russo senza bisogno di finanziamenti o assicurazioni occidentali”. Petrolio, dunque, non solo gas. E sul petrolio lo scontro con i sanzionatori atlantisti è evidente. Ma lo scontro era già evidente tra atlantisti e sauditi sulla riduzione della produzione petrolifera per mantenere alto il livello dei prezzi.
A Roma, però, nessuno pare prendere in considerazione i cambiamenti in corso in ogni parte del mondo. Ucraina e Stati Uniti, Stati Uniti e Ucraina. Chissenefrega della Libia, come se non fosse di fronte a casa. Chissenefrega del resto dell’Africa, tanto nessuno intende bloccare il traffico di schiavi. Chissenefrega dell’Asia che diventa sempre più competitiva e che modifica, poco per volta, alleanze e strategie.
L’espulsione – a favore delle telecamere occidentali – dell’ex presidente Hu Jintao dal Congresso del partito comunista cinese, seguita da un comunicato ridicolo, è la dimostrazione di quanto Pechino non solo consideri poco o nulla le reazioni dell’opinione pubblica occidentale, ma di quanto si diverta a prendere in giro gli occidentali che hanno come leader assoluto RimbamBiden. Al di là delle minacce militari nei confronti di Taiwan, è questa presa in giro a dimostrare tutto il disprezzo nei confronti di chi pretende di esportare la democrazia a forza di bombe e massacri di donne e bambini.