Il 27 e 28 agosto si è svolta ad Alatri per il quinto anno consecutivo La Notte dell’Anello, una due giorni dedicata all’opera di J.R.R. Tolkien, organizzata dall’associazione Radici. Il tema quest’anno era: Gli Anelli del Potere – tenere a bada l’oscurità –
Da un lato quindi il concetto di Potere, declinato in modi diversi e simboleggiato dagli Anelli, dall’altro come sia possibile difendersi e contrattaccare rispetto alle tentazioni che questi rappresentano.
Non è soltanto l’Unico Anello dominante, quello dell’Oscuro Signore con cui vuole asservire e dominare ogni cosa, ad essere pericoloso e a non poter essere usato per combattere il nemico, poiché ci renderebbe uguali a lui. Infatti i nove anelli, destinati agli Uomini per vincere la morte, li trasformano in spettri e servitori di Sauron – i Nazgul – e i sette dati ai nani risvegliano la loro cupidigia. Persino i tre anelli elfici che non sono stati toccati dal male e nascono con l’intento di preservare ciò che vi è di più bello nella Terra di Mezzo, evitandone il decadimento dovuto al trascorrere del tempo, nascondono un pericolo, quello dell’attaccamento: non saper lasciare andare ciò che ha fatto il suo corso, poiché “questa è la legge del mondo sotto il sole”, ci dice Tolkien.
Nel titolo si è fatto riferimento alla serie in uscita su Amazon il 2 settembre, ma i vari interventi hanno evidenziato soprattutto come gli scritti del Professore di Oxford possano essere tutt’ora fonti di ispirazione.
I momenti più significativi sono stati la presentazione del libro di Ivano Sassanelli Il vangelo di Gollum,il venerdì alle 18, e quella del libro, presentato in anteprima nazionale, Guida completa al mondo di Tolkien di Oronzo Cilli; infine la tavola rotonda sul titolo dalla manifestazione con gli interventi di Paolo Gulisano e Chiara Nejrotti.
In Italia e nel mondo l’interesse per l’opera di Tolkien non è mai diminuito; la serie di Amazon, come era successo per i film di Peter Jackson, la accentuerà sicuramente. Il rischio però è che le nuove generazioni possano limitarsi alla visione, senza accostarsi alla complessità e alla profondità dell’opera letteraria. Tra i fan vi sono innumerevoli discussioni sulla produzione di Amazon, ma non è di questo che voglio occuparmi. Personalmente giudicherò dopo aver visto. Purtroppo sappiamo che le esigenze del mercato e lo stesso mezzo cinematografico richiederanno dei cambiamenti, che si spera non stravolgano lo spirito dell’opera.
Ciò di cui mi interessa parlare però è il motivo per cui Tolkien continua a suscitare un così vasto interesse, tanto da dedicargli eventi e riflessioni. Alla domanda sul successo delle opere del padre, il figlio Michael, aveva risposto: “Almeno per me … non c’è nulla di misterioso nel successo toccato a mio padre, il cui genio non ha fatto che rispondere all’invocazione di persone di ogni età e carattere, stanche e nauseate dalla bruttezza, dall’instabilità dei valori d’accatto, dalle filosofie spicciole che sono stati spacciati loro come tristi sostituti della bellezza, del senso del mistero, dell’esaltazione, dell’avventura, dell’eroismo e della gioia, cose senza le quali l’anima stessa dell’uomo inaridisce e muore dentro di lui”.
Il Signore degli Anelli, e i racconti della Prima e della Seconda Era della Terra di Mezzo, che vedremo rappresentati nella serie televisiva, risvegliano in chi vi si accosta il desiderio di bellezza, verità ed epicità che giacciono sepolti sotto gli strati del relativismo e del cinismo contemporanei. Parlano all’anima, in quanto utilizzano il linguaggio eterno del mito e del simbolo.
Nella due giorni di Alatri, organizzata da un’associazione culturale che, non a caso, si chiama Radici, così come nel Raduno che si è svolto a luglio a San Marino, e in tutte le altre manifestazioni (la prossima sarà oggi 3 settembre a Pordenone, organizzata dalla Società Tolkieniana Italiana) si condivide innanzitutto un’amicizia, e si cerca insieme di ritrovare le energie e rinsaldare la speranza per non cedere a quell’oscurità che è innanzitutto dentro ciascuno di noi, oltre che sempre più incombente nella realtà in cui viviamo. Si tratta di una boccata di ossigeno per affrontare le lotte quotidiane.
Speriamo che la serie non tradisca tutto ciò, riducendosi ad uno spettacolo più o meno riuscito.