Signora mia, l’odore pungente delle sardine può piacere, però qui in collina sta diventando fastidioso, eccessivo. Ebbene sì, signora mia, le sardine puzzano.
È durato poco l’idillio tra la gauche caviar della Torino bene, collinare, ed i maleodoranti esponenti dello spintaneismo (perché di spontaneo c’era poco) giovanile antisalviniano. La sinistra che piace alla gente che piace si è stancata di giocare con i giovanotti un po’ ottusi e tanto ignoranti. È vero che le sardine potevano rappresentare una discreta base elettorale, ma solo a patto di tacere e di limitarsi ad ubbidire. Lasciateci lavorare, hanno spiegato i radical chic. E ne hanno fatto anche una questione generazionale. Voi, le giovani sardine, proseguite con il vostro onanismo post adolescenziale. Noi, la gauche che ha fatto la Holden dopo l’Erasmus, ci occupiamo di questioni serie con Berruto, Verri, Zagrebelsky.
Ed è stato solo l’inizio di una serie di messaggi con accuse reciproche, dal “mafia style” al “sembrate leghisti”. Tra considerazioni patetiche sul povero Mattia S. (il capo sardina nazionale, alle prese con il proprio compleanno che gli impediva di pensare ad altro per almeno due giorni), sulle scissioni, sul gruppo Facebook in stand by.
Sarebbe anche divertente, in ogni caso emblematico del livello di chi si candida a gestire Torino con il sostegno dei quotidiani locali così politicamente corretti. Ma diventa tragico se si pensa che questa gente potrebbe davvero andare ad incidere sulla vita di una città e dei suoi abitanti. Dilettanti allo sbaraglio con la puzza sotto al naso. Sostituiranno l’Università con la scuola Holden? Metteranno i blindati per proteggere la collina dall’intrusione di qualche sardina poco lavata? Deporteranno i lavoratori perché non usano il deodorante consigliato da qualche influencer?
Eppure qualcuno ama la gauche caviar subalpina: Appendino, perché ha finalmente trovato qualcuno che potrà governare peggio di lei..
Photo credits by Maria Infantino