Il koala è un tenero orsacchiotto marsupiale. Abita solo in Australia e si ciba esclusivamente di eucalipto. La specie era ritenuta a rischio anche prima dei terribili incendi che hanno devastato il continente nel 2020.
Negli incendi sono morti circa 8.400 esemplari, pari al 30% della popolazione mondiale.
In tanti si sono emozionati davanti alle immagini strazianti del koala Billy che piange mentre i soccorritori gli bagnano le zampette bruciacchiate.
Si calcola che il numero degli animali morti negli incendi sia arrivato addirittura a un miliardo, una cifra talmente enorme che si fa fatica a concepire la portata di una tale devastazione.
Chiaramente da tutto il mondo le associazioni animaliste si sono subito mobilitate per raccogliere fondi utili a contenere i danni. In rete è facile reperire indirizzi e modalità per adottare a distanza un koala. (Anche volendo non si potrebbe adottare in casa, pare che, malgrado il loro aspetto così carino e coccoloso, siano impossibili da addomesticare.)
Quindi, una volta trovate in rete tutte le indicazioni, potremo scegliere se, con la nostra adozione, ricevere un peluche, un attestato con una foto o entrambi.
Il costo è contenuto, ma se ci attardiamo sul sito del wwf o su i tantissimi che offrono analogo servizio, scopriremo che per altri pochi euro potremo salvare anche la volpe antartica, il pinguino nano, il topo muschiato ballerino o il rarissimo orso bipolare.
Al di là di facili battute, adottare tutte le specie a rischio di questo mondo non ci pulirà la coscienza dal fatto di essere i principali artefici dell’inquinamento e del conseguente riscaldamento globale. Qualcuno, primo ministro australiano in testa, malgrado l’evidenza, ha continuato a tenere posizioni negazioniste arrivando addirittura a diffondere fake news sull’origine dolosa degli incendi.
Da più di vent’anni le associazioni ambientaliste sostengono che questo sistema basato sui combustibili fossili e sull’energia non rinnovabile sarebbe prima o poi arrivato al collasso.
Bene, a quanto pare ci siamo vicini.
Le nuove generazioni scendono in piazza rivendicando il diritto a un futuro che i loro genitori spreconi e inquinatori gli hanno negato. La natura si ribella con gli sconvolgimenti climatici, invasioni di miliardi di locuste in Africa, allagamenti, tempeste devastanti, temperature caraibiche al polo nord (registrate fino a 20 gradi).
La situazione è arrivata a un tale punto critico che tutti i governi parlano di nuove politiche ambientaliste, questo perché appare ormai innegabile che, se non abbiamo ancora superato il punto di non ritorno, l’unica possibilità di salvarci dalla catastrofe è attuare politiche ambientaliste concertate su scala globale e in totale controtendenza con quelle nefaste attuate sino ad ora.
Purtroppo queste sono belle parole, condivisibili da chiunque. Attuare politiche ambientaliste concertate su scala globale? Ammettiamo che questa sia la soluzione e che individuiamo le politiche “giuste”, quelle cioè che ci permettano di non mandare tutto il nostro sistema economico e sociale a catafascio. A questo punto dovremmo “solamente” concordarle con tutto il resto del mondo. Vi sembra verosimile? Parliamo di dinamiche davvero complesse e sicuramente non esistono facili soluzioni.
Questo è il motivo per cui la nobile pratica dell’adozione a distanza di un qualsiasi animale a rischio appare come un palliativo utile solo a ripulirci temporaneamente la coscienza.
Quello che dovrebbe essere chiaro ad ognuno di noi è che non si tratta più di dover fare una scelta tra salvare prima il koala o la tigre siberiana, perché in cima alla lista delle specie a rischio di estinzione ci siamo proprio noi, con l’aggravante che nel nostro folle delirio autodistruttivo stiamo trascinando nel baratro tutti i nostri innocenti compagni di esistenza.
In conclusione, se guardando la vostra nipotina vi siete inteneriti al pensiero di regalarle il bel koala di peluche del wwf, che oltre ad essere bello rappresenta anche una buona azione, provate a pensare invece quanto sarebbe più giusto battersi per lasciarle un futuro ancora vivibile, per lei e per tutti gli altri esseri innocenti che popolano questo nostro martoriato pianeta. Koala compreso.