A chi l’Enasarco? A noi. E più che l’Enasarco interessano i soldi delle pensioni degli agenti di commercio. Un tesoretto, mica tanto “etto” che potrebbe fare la felicità di investitori, speculatori, politici. Anche della finanza vaticana, considerando i rapporti tra i personaggi che sostengono la lista “Fare bene fare presto”. Una lista dove, casualmente, gli agenti di commercio non sono proprio protagonisti. Una lista che, non va dimenticato, altro non è se non la riedizione di “Adesso Basta!”, presente alle elezioni di 4 anni fa ed i cui rappresentanti nel consiglio d’amministrazione di Enasarco non si sono proprio prodigati a favore della categoria.
D’altronde Alfonsino Mei, l’esponente di maggior spicco della lista anti agenti, non è certo uno che si sia sporcato le mani con un lavoro da agente di commercio. Lui è un guru della finanza; lavora per una banca, poi per l’altra, cambia casacca più rapidamente di un giocatore di calcio. Perché sprecare il suo tempo con proposte nel Cda di Enasarco, di cui fa parte, quando può dedicarsi ad organizzare grandi e lussuose feste? Magari capita di ritrovarsi con amici non proprio raccomandabili, tipo Mincione, ma chi non ha qualche scheletruccio nell’armadio?
E poi, a volte, gli armadi sono utili perché magari in fondo ad un cassetto si trovano dei risparmi dimenticati, utilissimi per una campagna elettorale condotta senza badare a spese.
Però è importante avere a che fare con qualcuno che abbia dimestichezza con il denaro. Certo, sarebbe meglio che fosse interessato ad utilizzarlo a vantaggio della categoria, che non conosce, piuttosto che per investimenti di altro genere, ma mica si può avere tutto. Ma, per lui, chi si occupa di agenti è solo un noioso burocrate. Vola alto, lui. Come vola alto Luca Gaburro, nel cda di Enasarco ma con il sogno di eliminare l’ente previdenziale degli agenti di commercio per farlo confluire nell’Inps, migliorando i conti pubblici e facendo felici i politici di riferimento. Ed i politici felici sanno essere riconoscenti.
E gli agenti? Non può certo pensarci Triolo, professionista delle banche e di Confesercenti. Come dire la controparte presente sempre nel consiglio di amministrazione Enasarco. Certo non per tutelare chi si sobbarca decine di migliaia di km all’anno per lavorare. Ma chi lavora davvero e vuol difendere la propria pensione ha un’arma: il voto. Perché disertare, in questo caso, significa lasciare che prevalgano interessi in totale contrasto con quelli degli agenti di commercio.