A cosa serve un sindacato? A cosa serve quando le masse di lavoratori non ci sono più? A cosa serve in un settore, come quello degli agenti di commercio, caratterizzato da un profondo individualismo e di fatto privo di collaborazioni tra colleghi? Indubbiamente le difficoltà aumentano man mano che prevale l’illusione di poter fare tutto da soli. Salvo, poi, invocare l’intervento degli Dei dell’Olimpo quando ci si scontra con una controparte in vena di scorrettezze o quando il governo di turno penalizza la categoria per far cassa.
Allora, immancabilmente, scatta la lamentela: dov’è il sindacato (a cui non siamo iscritti)? Cosa fa per difendere coloro che hanno sempre fatto a meno di qualsivoglia organizzazione di categoria? E, all’improvviso, si scopre che un sindacato indebolito ha minor voce in capitolo rispetto alle organizzazioni di altre categorie che possono contare su numeri decisamente superiori di iscritti.
E non soltanto nella fase di tutela a fronte di soprusi. Perché, ormai, il sindacato deve avere anche un ruolo propositivo nei confronti della politica. Non la triste cinghia di trasmissione di un partito o di un altro. Bensì il sindacato come pensatoio in grado di offrire alla politica le soluzioni più adatte per affrontare i diversi tipi di problemi.
Però, in una società che privilegia le quantità alla qualità, non basta avere idee, non bastano progetti e programmi. Occorrono anche i numeri degli iscritti. Occorre essere rappresentativi di realtà numericamente consistenti. In caso contrario la risposta sarà sempre la stessa: belle idee, belle proposte, ma ci sono categorie più compatte che hanno altri interessi e maggior potere contrattuale. E tra gli agenti di commercio che si muovono ciascuno per sé, ignorando i problemi della categoria, ed i mercatali sindacalizzati, la politica sceglierà i mercatali (o i gestori delle spiagge) perché hanno una massa di manovra compatta che spaventa i partiti.
4 commenti
Il problema della rappresentanza sindacale è ormai trasversale e riguarda tutti i lavoratori. Persino i sindacati più potenti e strutturati stanno facendo i conti con la disaffezione e addirittura l’odio nei loro confronti da parte dei lavoratori. In questi ultimi anni non si può certo dire che i sindacati abbiano dato grande dimostrazione di serietà, compattezza e tutela degli interessi dei lavoratori. Anzi, per certo versi si sono dimostrati autoreferenziali e sono scesi a parti e compromessi con politica e aziende, dimenticandosi completamente dei loro iscritti e finanziatori. Quindi, leggere le solite lamentele sul fatto che non ci siano iscritti sta diventando una litania stucchevole e anche fastidiosa. Imparate a tutelare veramente i lavoratori e vedrete che i lavoratori crederanno nuovamente in voi. Fino ad allora, mi duole dirlo, continuerete ad essere visti come fumo negli occhi.
Gli agenti calano di numero , fra sei anni l Enasarco non sarà più in grado di pagare le pensioni. Speriamo ci prenda in carico l Inps e che Dio ce la mandi buona.
Come non essere d’accordo?
Ma essere d’accordo non basta, come giustamente ha sottolineato Lei.
Io mi sono iscritto da poco, lo riconosco, ma almeno l’ho fatto.
Chiedo ai Colleghi: perchè non lo fate anche Voi?? Non spaventerà la quota annuale, immagino…..
Saluti e Auguri a Tutti i Papà per domenica prossima 19 marzo.
Come sempre a mio parere, vedete di diminuire di farvi male, di far male alla categoria degli agenti di commercio plurimandatari come sono io, si specifico plurimandatari in quanto il mono mandato, sempre a mio parere, non dovrebbe esistere, togliendo paletti che anche USARCI, con il quale ho recentemente rinnovato il tesseramento perché anche io evidentemente ho bisogno di psicanalisi, ha contribuito a instaurare diminuendo la libertà di fare impresa, della piccola o minuscola impresa che tanto valore ha creato nel tempo in Italia e che una parte di Italiani rinnegano (compreso USARCI), a pensar bene supponendo che automaticamente questi italioti dovessero diventare come i “marziani”. Ancora una volta consiglio di eliminare ad esempio gli inutili minimali, ovviamente rimanendo l’obbligatorietà dei versamenti Enasarco a carico delle parti come in vigore, calcolato sulle effettive provvigioni percepite, e per logica, dico io, per solidarietà togliere anche i massimali. Vedete cari colleghi, se ci sono troppi pochi compratori dei prodotti delle nostre mandanti non ci arriviamo ai massimali. Questo per dire che in qualche modo dipendiamo sempre dagli altri, anche la persona più ricca del pianeta dipende dagli altri, a meno che per qualche motivo pensiate che questi siano appunto marziani e noi no. A beh allora poi decido se inchinarmi o meno davanti a Zeus. Dai su, cominciate a regredire che forse è meglio perché a guardare il progresso che è stato messo in atto (facciamo negli ultimi 50 anni?) il risultato è che gli italiani scompaiono e vengono sostituiti da quelli che il minimale pe loro è avere un giorno di vita in più dal primo che sono involontariamente nati. Meglio tardi che mai? Spero ma chissà, forse e naturale che certe sostituzioni avvengano quando i sostituendi non sono più adatti a questo pianeta. Come sempre basterebbe guardare la storia e i cambiamenti che ci sono stati. In ogni caso che la saggezza sia con me e voi. Saluti