L’affaire Prigozhin potrebbe trasformarsi nell’affare di Lukaschenko. Perché il trasferimento della Wagner in Bielorussia offre a Minsk l’opportunità di diventare un polo di smistamento e affitto delle truppe mercenarie in ogni parte del mondo. Togliendo a Putin il fastidio di fingere di non avere rapporti diretti con i vari signori della guerra ma, al contempo, assicurando il mantenimento di buoni rapporti con i governi che richiedono aiuti militari non ufficiali. E, ovviamente, una percentuale dell’ingaggio sarà destinata, per il disturbo, alla Bielorussia.
D’altronde la richiesta di mercenari sta aumentando ovunque. Secondo Agcnews, infatti, soldati di ventura britannici sarebbero arrivati in Uzbekistan. Teoricamente per combattere contro eventuali terroristi islamisti, in realtà per sottolineare il cambiamento delle alleanze di Taskent. Ma anche il Kirghizistan sembra interessato ad ingaggiare un esercito privato, benché i kirghisi siano considerati i migliori combattenti dell’Asia Centrale.
Ma nello scacchiere complessivo non vanno dimenticate America Latina ed Africa. Dunque c’è molto da lavorare per la Wagner in versione bielorussa. E non ci sono neppure difficoltà nel reperire la manodopera. Perché Prigozhin e gli altri signori della guerra hanno imparato la lezione che non entra in testa agli imprenditori italiani: se paghi bene, trovi tutte le professionalità che ti servono. Compresi i professionisti della guerra disposti a rischiare la vita. Certo non per poche centinaia di euro al mese.
E la fuga atlantista dall’Afghanistan ha lasciato senza lavoro combattenti di ogni nazione e convinzione. Dunque tutti potenzialmente arruolabili. Che si tratti di fondamentalisti o di miliziani che aiutavano gli occidentali. Tutti pronti ad imbracciare nuovamente le armi per combattere in qualsiasi parte del mondo, al soldo della Wagner in versione bielorussa o di qualche gruppo al servizio di sua maestà britannica o degli speculatori statunitensi.