La piazza No Tav a Torino ha mandato in tilt il Sistema di potere locale. Offeso perché la manifestazione Si Tav, organizzata da Mino Giachino e scippata dalle madamine in quota Pd, è stata surclassata dalla contromanifestazione di chi si oppone all’opera.
Gli aspetti tecnici restano in secondo piano, forse anche in terzo, mentre la polemica riguarda i numeri e la provenienza dei manifestanti.
Così, sull’orlo di una crisi di nervi, il Sistema Torino strilla invece di offrire una prospettiva credibile.
Per il presidente degli industriali subalpini, infatti, il problema è rappresentato dai manifestanti che non sarebbero correttamente informati.
Dunque l’informazione a senso unico di tutti i quotidiani locali e di quasi tutti quelli nazionali non è sufficiente.
E lo stesso vale per le tv, rigorosamente schierate a favore dell’opera. Scarsa informazione, secondo Gallina.
Non è che, forse, la credibilità di questa classe dirigente è precipitata? Non è che nessuno crede più al trasferimento del traffico merci da gomma a rotaia, dal momento che sull’alta velocità italiana non viaggia neppure un treno merci? Non è che nessuno crede più alle promesse occupazionali dei prenditori che, nell’edilizia, hanno sostituito i lavoratori italiani con quelli stranieri? Scarsa informazione o scarsa credibilità?
Di fronte alle troppe bugie della classe dirigente ed alla informazione di servizio sempre meno credibile, è inevitabile che la risposta sia il rifiuto. Anche quando i progetti possono essere reali ed utili.
Ma quale credibilità possono avere, per chi abita in montagna, gli interventi di madamine dei quartieri chic torinesi? Quelle che schifano le capre e le vacche al pascolo? Quale credibilità può avere un’associazione industriale che non aveva cacciato a pedate il socio che aveva incassato soldi europei per il rilancio di una fabbrica in Val Susa ed aveva chiuso lo stabilimento appena ottenuto i soldi?
Le informazioni che dovrebbe fornire Gallina sono quelle sui treni merci in transito sulla Tav italiana tra Torino e Salerno, sul numero dei lavoratori italiani nelle imprese edili, sulle garanzie a non far più transitare un solo Tir in Valsusa in caso di realizzazione della Tav.
E magari aiuterebbe anche un impegno a smetterla di saccheggiare le risorse naturali delle montagne, dal legno all’energia idroelettrica, in nome del libero mercato senza confini.