Il “Soccorso Berizzi” deve continuare. Non si può più tollerare che gli “intellò” di Molinari e di Repubblica continuino a scadere, annunciando morti non ancora sopraggiunte o sbagliando nomi e date. Dunque, in vista del 26, diventerebbe patetico giocare sull’immagine dei topi che escono dalle fogne. Seppur.. Come il commissario politico Berizzi sa bene, è morto (in questo caso davvero) Jack Marchal, artista francese a tutto campo, musicista ed in particolar modo disegnatore del topastro nero, spesso con celtica, che usciva appunto dalle fogne.
Si chiama autoironia, quella cosa strana che i commissari politici ignorano ma che non è particolarmente diffusa neppure tra le nuove destre atlantiste. E così qualcuno dei futuri vincitori nel nome di Washington ha deciso di omaggiare il vecchio Jack pubblicandone una vignetta. È vero che per fare in fretta ed ottenere più like sui social si pubblica la prima cosa che si trova, ma sicuramente Marchal si sarà fatto due risate vedendo il diffondersi virale dell’immagine del topastro che aveva distrutto ciò che gli stava intorno. E che, non casualmente, era la statua della libertà americana!
Fulmini e saette! All’interno del grande raccordo anulare di Roma a qualcuno saranno cresciuti i capelli nel vedere oltraggiare in questo modo il nuovo padrone. E il mercante d’armi si sarà inferocito. Per di più un gesto compiuto non dai soliti nostalgici che non si buttano fuori solo perché i voti servono sempre. Macché, pur di esibirsi nell’ultimo saluto a Marchal, la vignetta l’hanno pubblicata anche i neo atlantisti.
Vergogna, eterna vergogna! Non per chi l’ha rilanciata, ma per la squadra di fascistologi di Repubblica che ha reagito in ritardo. E no, non si fa così. Gli atlantisti scivolano sulla statua della libertà e il quotidiano di Molinari non interviene subito a smascherare il fascista che batte nel cuore dei funzionari di partito più ligi e rispettosi? Roba da far rilanciare persino la Busiarda di Giannini! Però Berizzi può recuperare posizioni. Va sul sito Fascinazione di Ugo Tassinari, recupera il video in cui Marchal canta “Il domani appartiene a noi” e ci fa un titolo a tutta pagina. Perché persino a Repubblica conosceranno le origini della canzone (o no?). Peccato che quella carogna di Tassinari abbia scelto un video dove il finale non è accompagnato da saluti romani. Però, se la solerte redazione di Molinari si impegna, magari qualcosa trova.