In Piemonte gli addetti della logistica valgono il 6% del totale degli occupati, in Germania la logistica è il terzo settore per occupazione. Un dato che indica perfettamente gli errori compiuti da una classe dirigente che prescinde dall’appartenenza di partito. Una incapacità trasversale, che si estende sino a buona parte della classe imprenditoriale. Dunque non stupisce che all’incontro di oggi, ad Alessandria, sulla logistica manchino, tra i relatori, la presidente della Commissione Trasporti, Raffaella Paita; un altro membro della commissione, il torinese Davide Gariglio che il settore lo conosce; l’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino che aveva promosso il Ferrobonus e le Autostrade del Mare.
Pare che, ancora una volta, il governo regionale subalpino, abbia paura di confrontarsi con esperti che possano mettere in ombra governatore ed assessore. Come era avvenuto con la scelta del prossimo presidente del Circolo dei Lettori: piuttosto di avere un confronto con una personalità della stessa area politica ma con la colpa di avere una cultura superiore a quella del governatore e dell’assessore messi insieme, si è preferito scegliere un esponente della squadra del ministro Franceschini.
Per la logistica la mentalità è la medesima. Mettere in campo figure modeste, rinunciando ad un ruolo da leader per il Piemonte, pur di non ritrovarsi in un ruolo subalterno rispetto agli interlocutori del settore. Non da oggi, ovviamente. Con il risultato che anche da Bruxelles arrivano stroncature sulla qualità della logistica piemontese che non è al livello delle altre grandi città europee.
Alla vigilia degli Stati Generali della logistica da Bruxelles arriva un giudizio poco lusinghiero sulla logistica torinese e piemontese , come qualsiasi operatore sa bene , anche perché in questi ultimi 6 anni dalla prima riunione degli Stati Generali della Logistica i passi in avanti sono stati pochi, anzi. Lo studio europeo ci dice che la logistica torinese non è al livello delle altre Città europee. A partire dalla vicina Milano che, mentre a Torino si sonnecchiava, ha inserito Novara nell’Area logistica milanese, la quarta d’Europa. Non è certo un caso che, a Milano, si siano trasferite quelle grandi aziende del settore che in precedenza avevano la sede centrale a Torino, dalla Zust Ambrosetti alla Traco, alla Gondrand.
Ora il Piemonte ci riprova, con “soli” 6 anni di ritardo. Perché i precedenti Stati Generali si erano svolti nel 2016 a Novara. E Covid o guerra in Ucraina non sono arrivati 6 anni fa a bloccare tutto. Nel frattempo il Piemonte ha perso aziende, occupati, spinta creativa. Esistono ancora delle eccellenze in ambito logistico, dalla Lannutti alla Germanetti, dalla Vectorys alla Riboni. E sta crescendo Mole Logistica mentre Fedex ha ridotto la presenza a Torino e Ambrogio Trasporti ha trasferito in Lombardia il centro operativo.
Chissà se in piazza Castello se ne sono accorti. O chissà se hanno capito le conseguenze di una riduzione del peso di un settore che, in tutto il mondo, crea occupazione. Mentre il Piemonte scivola sempre più in basso nelle classifiche europee relative all’occupazione regionale. Probabilmente no. Perché aver scelto assessori privi di competenza nei settori di cui devono occuparsi, forse non è stata proprio un’idea geniale. Certo, si poteva far di peggio e mettere un luddista all’Industria, ma bisognava avere una vaga idea di chi fossero i luddisti: non si correva il rischio..