Ci piace iniziare questa riflessione sull’attività di Artaban Onlus, Associazione 1+Nel Mondo, Asd Tre Rose Rugby, con le parole di Roberto Veglia, Presidente di Artaban Onlus
“ …..Vorremmo essere quella goccia che, come disse Madre Teresa di Calcutta “se non ci fosse, all’oceano mancherebbe“.
Per questo – forti delle esperienze fatte, con il medesimo impegno e con rinnovato entusiasmo – abbiamo riunito vecchi e nuovi compagni di avventure, un gruppo di persone di diverso orientamento, di diversa provenienza, con differenti competenze. Ciascuno impegnato per provare ad essere la goccia dell’oceano sulla base delle proprie competenze, capacità, possibilità. Per intervenire e aiutare chi ha più bisogno, in Africa, in America Latina, in Italia. Ci sono medici e paramedici, studenti e volontari, artigiani e funzionari di Enti pubblici e privati, imprenditori e liberi professionisti, giornalisti e pensionati. Donne e uomini che, per lo più, sono impegnati da anni nel volontariato. Ma che non sono “professionisti del volontariato” “
Un impegno, un cammino comune che ho potuto ritrovare in queste tre realtà, ognuna attiva in modo solo apparentemente diverso nel sociale, perché tutte unite da uno scopo di solidarietà, quella vera e concreta che sa fare la differenza e costruire ponti per ridurre le sofferenze e la solitudine dell’emarginazione, della fame, del disagio sia in Italia che in altri Paesi del mondo.
Impegni concretizzati con interventi diversi: quello sportivo attraverso la pratica del Rugby con ASD Le Tre Rose, quello sociale e familiare con l’Associazione 1+ Nel Mondo, quello della solidarietà attraverso progetti di salute e scolarizzazione con Artaban Onlus, per raggiungere alla fine un unico traguardo, portare sorrisi e fiducia dove potrebbe radicarsi l’emarginazione e l’esclusione soprattutto nelle fasce più deboli come l’infanzia e le donne.
L’Associazione 1+ Nel Mondo nasce da volontari e specialisti nell’educazione per consentire ai bambini di trovare una condizione emotiva idonea a crescere, combattendo anche stati di inerzia e di demotivazione e condizioni di solitudine e di umore depresso. Vengono accolti anche bambini con esiti da trauma o violenza domestica per consentire loro di trovare un ambiente adeguato allo sviluppo delle funzioni mentali, alla modulazione emotiva e alla socializzazione, cercando di sostenere le famiglie in questo momento storico di grandissima difficoltà economica, dando loro una parte dell’aiuto necessario per superare le difficoltà quotidiane.
La povertà educativa è un problema che arriva oggi in molte famiglie e l’Associazione 1+ Nel Mondo si impegna a creare un ambiente comunitario in cui i ragazzi possano coltivare degli stimoli, essere pro-attivi costruendo delle competenze e, senza accorgersene, diventare grandi.
Con ASD Le Tre Rose di Rugby i ragazzi invece inseguono i rimbalzi imprevedibili di una palla ovale e di una vita migliore: sono i giovani rifugiati della squadra di Rugby di Casale Monferrato che partecipa al campionato italiano di serie C2 e che provengono dall’Africa sub-sahariana, migrati dalla disperazione e dalla paura dei Paesi d’origine. Dodici nazionalità diverse tutte assistite da alcune cooperative sociali delle Province di Asti e Alessandria, e che hanno accettato l’invito del Presidente di ASD Le Tre Rose, Paolo Pensa, un ex-carabiniere con la passione per lo sport e con un’idea: “Permettere loro di passare un po’ di tempo in maniera sana, integrandosi meglio”.
La Federazione ha tesserato – grazie ad una deroga – gli atleti stranieri che così da 2 anni si allenano e giocano su di un campo di gramigna vicino a Casale, raccogliendo tanti riscontri e tanti riconoscimenti mediatici nazionali ed internazionali, con i più importanti mass media che hanno parlato delle Rose Nere di Casale Monferrato, la formazione sportiva di Rugby che ha aperto una nuova via nello Sport italiano, quella della solidarietà e dell’integrazione, fornendo a circa settanta ragazzi, provenienti da Costa D’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, Liberia, Ghana, Albania, Perù la possibilità concreta di parlare di coesione tramite gesti veri, reali, lontano dalle polemiche urlate e strumentali.
Tutte le domeniche i giovani atleti stranieri si misurano con squadre locali, composte da ragazzi sicuramente più fortunati di loro. Entrambe le squadre finita la partita, com’è nella migliore tradizione rugbistica si siedono a tavola con gli avversari per il terzo tempo: un progetto che ha la speranza di poter aiutare questi ragazzi tramite l’alfabetizzazione, il rispetto delle regole, la coesione e la partecipazione.
E concludo con il percorso instancabile dell’Associazione Artaban Onlus che, in vari Paesi del mondo, attraverso mirati interventi a difesa di beni preziosi quali l’acqua, la salute, l’istruzione, il lavoro, da anni sostiene e migliora l’esistenza di giovani vite in vista di un futuro migliore : portare acqua potabile dove ancora non c’è, strutture sanitarie dove, come in Africa, ancora si può morire per malattie semplici ma che diventano letali per mancanza di medici, l’istruzione per offrire corsi di studio che migliorino il futuro di tanti ragazzi in edifici sicuri e con materiale scolastico adeguato, il lavoro per donare indipendenza mettendo a disposizione professionisti e appoggiando nuovi progetti, soprattutto nell’universo donna per l’emancipazione femminile favorendone studio e lavoro
Seguite questi tre cammini attraverso i loro siti per non dimenticare mai che
“…..quella goccia, se non ci fosse, all’oceano mancherebbe”
http://www.artaban-onlus.org/
https://video.repubblica.it/sport/tre-rose-nere-la-squadra-di-rugby-dei-rifugiati-il-documentario-integrale/279161/279759