C’è da chiedersi se in Italia, e in tutto il resto del Mondo, esista ancora la sovranità popolare. Quella che, qui da noi, dovrebbe essere garantita dall’articolo 1 della Costituzione. Quella costruita intorno alle organizzazioni politiche che si chiamano partiti e che dovrebbero garantire la rappresentanza popolare allorché i cittadini sono chiamati ad esprimere (con l’unico strumento rimasto nelle loro mani, cioè il voto) la loro sovranità.
Il potere economico è ben stretto nelle mani di pochi satrapi. Con il sorriso sulle labbra eminenti politologi ci ricordano che Mark Zuckerberg o Bill Gates contano più di uno Stato. I parlamenti vengono sistematicamente esautorati, polverizzando la sovranità popolare. Ne è un esempio l’Italia laddove viene applicato lo stato di emergenza per mesi e quasi nessuno sente il bisogno di scendere in piazza per protestare. Meglio riverire una ragazzina svedese che si è venduta mani e piedi ai poteri forti dell’internazionalismo e canta Bella Ciao in piazza dopo essere stata abbracciata da Mattarella e da Draghi.
Il Potere, quello che comanda davvero, vede come il fumo negli occhi che i partiti cerchino di riapproppriarsi del consenso della gente, per formulare programmi e mettere in campo strategie, giuste o sbagliate che siano. Meglio che i cittadini non vadano più a votare; meglio alimentare l’antipolitica e far crescere l’astensionismo in modo da poter dire, il giorno successivo alle elezioni: “Vedete: il voto non serve più a niente! A votare non ci va più nessuno”.
Si inserisce in questo ragionamento l’attacco indiscriminato, e a orologeria, che è stato portato nei giorni scorsi nei confronti dei principali partiti italiani. Il caso Riace per colpire il PD, l’affaire Morisi per affondare la Lega e il servizio di Piazza Pulita per togliere consensi al partito di Giorgia Meloni: il più pericoloso perché in testa ai sondaggi. Vengono lasciati da parte Forza Italia e i 5Stelle non tanto perché non abbiano scheletri nell’armadio, ma perché ormai ininfluenti nel panorama dei partiti nostrani.
In altre parole la gente si deve abituare all’idea che un potere autoritario e paternalistico si debba via via sostituire alla sovranità popolare. Al Parlamento si lascino pure le briciole, tanto le strategie vere, e le decisioni che contano, saranno studiate e messe in atto altrove. In palazzi e in salotti frequentati da gente senza volto, che mai si sognerebbe di confondersi con la plebaglia; ricchi che vogliono essere sempre più ricchi, potenti che desiderano ancora più potere. Disposti a tutto pur di non cedere neppure un’unghia di questo loro potere a chi avrebbe la pretesa di agire alla luce del sole, nel rispetto delle leggi e delle Costituzioni sovrane.