È stato sufficiente che il sito web beyondthemagazine.it ne desse notizia lo scorso 1 agosto che già si è scatenato il finimondo. Si tratta dell’annuncio della nascita della Libera Università Europea Michel Foucault di Filosofia, Teologia e delle Scienze Umane. Al momento si tratta soltanto di un’idea di Alessandro Meluzzi e di Diego Fusaro, ma qualcuno l’ha già bollata come una provocazione.
Come ha fatto Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Senza saperne nulla, se non le poche dichiarazioni riportate dal sito, il giornalista ha già stroncato senza riserve l’iniziativa a suon di pesanti insulti nei confronti dei due promotori definiti “bonshommes” e “Il primate Alessandro Meluzzi (vera professione: reteqauttrista) e lo storico delle povere idee Diego Fusaro”.
Dopo aver arbitrariamente arruolato all’iniziativa gli odiati Aganben e Cacciari, rei di aver espresso sulla Busiarda le loro perplessità sull’utilizzo del green pass, Grasso si augura che “questo annuncio sia una burla estiva. Ricorda troppo – aggiunge – il «Progetto per una Facoltà di Irrivelanza Comparata» di Umberto Eco, descritta come la «summa negativa del sapere, ovvero, come una summa del sapere negativo»: no vax, no laqualunque”.
Eggià: perché Grasso sa già tutto, ha già previsto tutto.
Tuttavia la sua reazione scomposta la dice lunga sulla paura che una certa pseudocultura mainstream, basata sul pensiero unico obbligatorio e sul politicamente corretto, ha nei confronti di un mondo che, stufo di vedersi ridicolizzato e messo alla berlina dai “padroni della cultura”, sta alzando la testa e sembra fermamente intenzionato a farsi sentire.
Nell’ultimo libro di Stefano Zecchi, già presentato su queste colonne dal nostro direttore, uno dei protagonisti afferma: “La nostra cultura non esce sconfitta […] Ricordi Spengler, Heidegger, Nietzche, Evola Guénon, Jünger? In quegli anni settanta i loro libri erano messi all’indice, derisi, sputtanati dal potere editoriale, accademico, giornalistico; oggi sono proprio quei libri a essere i più studiati e discussi. […] E, invece, tutta quella pubblicistica si Marx, Lenin, Mao, sulla rivoluzione femminista, […] contro la meritocrazia nelle scuole e sul lavoro… Dove sono finiti quei libri? Carta per accendere il camino, neppure le bancarelle li tengono”.
Non sembri inopportuna la citazione. Perché quello di Grasso è un mondo che attacca perché si sente in pericolo, assediato, sempre più ininfluente. Lui, e quelli come lui, predicano dai pulpiti dei loro giornali ma, piano piano, si rendono conto che la gente non li sta più a sentire. Facile bollare chi in tutta Europa scende in piazza contro le imposizioni antidemocratiche e antilibertarie come teppisti ignoranti. Ma quando a quei “teppisti ignoranti” si affiancano intellettuali come Meluzzi e Fusaro, o addirittura ex “compagni” come Agamben, Vattimo e Cacciari, quelli come Grasso cominciano a sentire che la loro torre d’avorio comincia “sinistramente” a scricchiolare dalle fondamenta. E la paura, si sa, fa novanta.
2 commenti
Queste riflessioni sono un toccasana per me al mattino.
Ormai certa gentaglia mi causa orticaria al solo leggerne il nome e, stavolta, ho completato la mia tabula rasa intorno a me,senza esitazioni.
Purtroppo alcuni politici che sono diventati delle nullità vorrebbero ancora continuare imporre il proprio misero pensiero, quindi non accettano che altri più validi si esprimano con più competenze e con vere capacità
Aldo Grasso ormai non conta più nella, è totalmente fuori dalla politica reale. ma vorrebbe mantenere un ruolo che ormai ha totalmente perso.