Giovedì 4 aprile al Circolo dei Lettori di Torino avrà luogo un incontro con il poeta Milo De Angelis.
A partire dalla recente pubblicazione di Tutte le poesie 1969-2015 (Mondadori 2017) e della raccolta di interviste La parola data (Mimesis 2017) dialogheranno con l’autore i docenti dell’Università degli Studi di Torino Sabrina Stroppa, Davide Dalmas e Beatrice Manetti, insieme con i ragazzi del gruppo Sul ponte diVersi.
Il confronto con Milo De Angelis tenterà di risalire all’origine del lungo percorso poetico dell’autore facendo tappa in alcuni luoghi a lui cari, reali e figurati: la Polonia di Leśmian, il Monferrato, l’antichità e i classici. Si cercherà di riprodurre, attraverso la lettura, i movimenti ricorrenti della sua poesia, esemplificati dalla tensione del gesto atletico, dalla fermezza dell’obbedienza, dal ritorno. Durante l’incontro, verranno proiettati alcuni minuti di Sulla punta di una matita, film dedicato al poeta da Viviana Nicodemo nel contesto di La parola data, la raccolta di interviste rivolte a De Angelis dal 2008 al 2016 uscita nel 2017. “L’infanzia è più tardi”, dice il poeta in Essere trovati (1976): e allora la ricerca del suo verso deve in qualche modo procedere a ritroso, addentrarsi fino alle fondamenta della sua scrittura, per seguire davvero il suo suggerimento di “essere trovato”, appunto, e riletto oggi da nuovi occhi.
Milo De Angelis è una delle voci poetiche italiane più significative degli ultimi decenni. Il suo esordio, a soli 25 anni, con Somiglianze (Guanda 1976) opera una spaccatura nel panorama letterario degli anni Settanta. La sua poesia intima, enigmatica e visionaria sfida l’avanguardismo, nega l’engagement e si pone come un nuovo punto di riferimento del panorama culturale milanese, anche grazie alla fondazione della rivista Niebo, attiva fino al 1980. Le sue raccolte successive (Millimetri edita da Einaudi nel 1983, Terra del viso pubblicata da Mondadori due anni dopo, e ancora Distante un padre del 1989 e Biografia sommaria comparsa nel 1999) intensificano e confermano questa sua profonda dedizione a una parola evocativa, ostinata, volutamente oscura e personalissima. A partire da Tema dell’addio (2005) s’impone tra i suoi versi il motivo della morte e dell’eterno scontro tra vitalità e arrendevolezza, declinato in diverse forme anche nelle più recenti Quell’andarsene nel buio dei cortili (2010) e Incontri e agguati (2015).