Amanda Gorman, poetessa americana di soli 23 anni, è diventata famosa dopo aver recitato “The Hill We Climb” il mese scorso in occasione dell’insediamento di Joe Biden alla White House. Sono molte le case editrici nel mondo ad aver deciso di tradurre il suo testo, ma da qualche giorno sui social imperversa una polemica sulla figura del traduttore. Per tradurre, deve avere lo stesso background della Gorman.
Chi è Amanda Gorman
Nata il 7 marzo del 1998 a Los Angeles (California), Amanda Gorman è tra le poetesse ed attiviste più giovani ed influenti della sua generazione. Nel 2014 è stata insignita del prestigioso titolo di National Youth Poet Laureate, come miglior giovane talento degli Stati Uniti. Sua mamma, insegnante di inglese, ha cresciuto lei e i suoi fratelli da sola. Lei stessa riconduce la sua passione per la scrittura alla sua infanzia, perché a casa sua l’accesso alla televisione era limitato. E allora lei leggeva e scriveva tantissimo, fortemente incoraggiata da sua madre Joan. Grazie a una borsa di studio è riuscita a completare la sua formazione ad Harvard, dove si è laureata in sociologia nel 2020 cum laude.
Nel 2015 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, “The one for Whom Food is not enough“. I temi da lei trattati nei suoi scritti poetici sono razzismo, discriminazione, diaspora africana e femminismo. Ed è grazie al suo attivismo sul campo e al suo fresco talento che Jill Biden l’ha scelta per recitare “The Hill We Climb” il giorno dell’insediamento del marito alla Casa Bianca. Con lei anche Lady Gaga e Jennifer Lopez. E’ tradizione fin da J.F.Kennedy che alla cerimonia sia presente un poeta, ma Amanda ha battuto ogni record, perché è la più giovane che sia mai stata invitata. Un onore, ma anche una sfida. Perché la “skinny brown girl”, come lei stessa ama definirsi, ha problemi di articolazione delle parole. Fatica infatti a pronunciarne alcune e, in particolare, quelle che contengono la lettera”r”. Ostacolo che ha superato egregiamente.
Il suo outfit all’evento è già diventato iconico. Total look Prada, brand con cui aveva già collaborato in passato. Frontino in satin rosso, pencil skirt nera, camicia bianca in popeline e doppiopetto in un brillante giallo. Colori forti, che spiccano, come la sua personalità. Il cappotto è in realtà un omaggio a Jill Biden, che la vide in un video per la prima volta con indosso proprio questo indumento. La Gorman ha voluto così ringraziarla per aver promosso la sua presenza all’Inauguration Day. Ma non è tutto: i lunghi guanti neri sono di nuovo un tributo. Questa volta alla poetessa Maya Angelou, che li indossò alla cerimonia di Bill Clinton.

La polemica sui traduttori: chi è realmente adatto a tradurre la gorman?
Il grande successo ottenuto da “The Hill We climb” ha portato gli editori di tutto il mondo a voler tradurre nella lingua del proprio paese l’appello della giovane attivista. Un inno ad un’America che in passato ha sbagliato e che adesso deve porre rimedio ai suoi errori. Che non aspiri alla perfezione, ma alla multiculturalità. Una terra di sintonia tra tutte le culture, i colori, i caratteri umani che la abitano. In cui i divari cessino e vi sia speranza per i suoi futuri abitanti.
La prima scintilla della polemica è scoppiata in Olanda. Marieke Lucas Rijneveld, la traduttrice designata per il compito dalla casa editrice Meulenhoff (e approvata dalla Gorman) ha dovuto infatti dare le sue dimissioni. In molti hanno espresso il loro dubbio sulla reale possibilità di comprensione da parte della Rijneveld dei testi della Gorman. Non è mai stata discriminata per il colore della sua pelle e quindi non può capire e tradurre appropriatamente gli impliciti e le sofferenze che emergono dal testo. Queste, in breve, le motivazioni. La giovane traduttrice ha risposto alle critiche con grande umiltà in una poesia da lei composta per l’occasione, in cui ammette sia giusto fare un passo indietro se “qualcuno sa rendere una poesia più abitabile di te”.
Successivamente la bufera è esplosa in Catalogna, dove Victor Obiols, il traduttore preposto è stato rimosso dall’incarico a lavoro finito. Secondo quanto riportato dal suo agente infatti “volevano un profilo diverso: doveva essere una donna, giovane, attivista e preferibilmente nera”. Obiols ha però replicato che: “se non posso tradurre un poeta perché è una donna, giovane, nera e americana del XXI secolo, allora non posso neanche tradurre Omero perché non sono un greco dell’VIII secolo a.C. O non avrei potuto tradurre Shakespeare perché non sono un inglese del Cinquecento”.
In Italia la traduttrice di Amanda Gorman sarà Francesca Spinelli, giornalista di Internazionale, che si occupa da tempo di immigrazione. Invece in Germania si è optato per una traduzione a sei mani , da parte di tre donne con esperienza pregressa di testi simili. In Francia il compito spetterà invece alla giovane cantante Marie-Pierra Kakoma, di origine congolese.
