Tutti contro Giuliano Amato per le sue dichiarazioni a proposito del missile francese che avrebbe abbattuto l’aereo italiano ad Ustica causando 81 morti. Eppure, nonostante tutti i vergognosi depistaggi messi in atto, da anni era chiaro a tutti che si era trattato di un missile e non di una bomba o di un cedimento strutturale. Ed era altrettanto chiaro a tutti, tranne che alle istituzioni italiane (ma questa è solo una conferma), che il missile mirava a colpire un aereo libico. E le istituzioni italiane non si sono neppure accorte della serie lunghissima di incidenti e suicidi tra coloro che, nella sera di Ustica, erano in servizio.
Dunque, se degli aerei si alzano in volo nello spazio aereo italiano senza alcuna interferenza; se magari partono da una portaerei a spasso nelle acque italiane; di che nazionalità potranno mai essere quegli aerei? Non essendo italiani, è evidente che potevano essere solo dei nostri “amici ed alleati”. Francesi o statunitensi. Casualmente sono gli stessi possibili responsabili dell’attentato che era costato la vita ad Enrico Mattei. Ed anche in quel caso i sospetti maggiori di addensano sui transalpini. Praticamente manca solo l’ufficialità. Ma, per Ustica, c’è un problema in più: la Francia non faceva parte della Nato (solo nel 2009 è rientrata nel comando militare). E, di conseguenza, avrebbe avuto difficoltà a far sparire i tracciati radar italiani. O a nascondere l’attentanto di Ramstein. Dunque restano gli… Non si può e non si deve dire! I padroni non fanno quelle cose. Neanche al Cermis.
Ovviamente le parole di Amato hanno profondamente irritato Tajani. Che non sa come comportarsi con gli “alleati” (in realtà non sa come comportarsi tout court, se non arrivano indicazioni da Washington). Ma anche lady Garbatella è imbarazzata. In fondo, tra un’abiura e l’altra, avrebbe preferito addossare la colpa ad una bomba di qualche terrorista nero, come avevano fatto i giornali democratici del tempo.
Ma i dubbi riguardano i motivi che hanno spinto Amato a questa dichiarazione proprio in questo momento. Mentre la Francia di Macron viene cacciata dagli africani e deve incassare anche un golpe in Gabon organizzato dagli “alleati” di Washington. E, supremo affronto, ricompare la polemica sulla Marsigliese: la musica dell’inno nazionale è stata ignobilmente copiata da un brano del piemontese Viotti.
Ma perché sparare, adesso, su Macron, una sorta di morto politico che cammina? Amato non è una bella persona che vuole raccontare la verità perché sente la fine vicina. Dunque gli interessi in gioco sono ben altri. Serve eliminare la Francia dallo scenario internazionale perché è meno servile rispetto al fedelissimo maggiordomo romano. Ed Amato, come killer, va benissimo.