Il prossimo 2 settembre Prime Video, il canale di Amazon, trasmetterà, anche in Italia, il primo episodio della serie televisiva Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere.
L’annuncio è stato dato il 13 febbraio scorso durante il Super Bowl, nel corso del quale è stato trasmesso il primo triler ufficiale.
La produzione della serie è cominciata nel 2020 e Amazon ha già annunciato che si snoderà in più stagioni. Il colosso dello streaming nel 2017 aveva strappato i diritti alla concorrenza di Netflix grazie a un’offerta di 250 milioni di dollari che prevedeva un impegno per la realizzazione di cinque stagioni. Tuttavia Amazon al momento ha confermato solo le prime due, la prima delle quali durerà nove episodi. La cifra utilizzata al momento per la produzione è di 465 milioni di dollari.
Sin dai primi annunci gli amanti dei libri di Tolkien si aspettavano di veder rappresentato quanto l’autore di Oxford aveva raccontato ne Il Silmarillion, l’opera postuma nella quale si raccontano le vicende di Arda, dalla sua creazione fino alla Terza Era. Ebbene, tali aspettative sono destinate a restare deluse. Infatti, secondo quanto rivelato da Vanity Fair America, la serie non sarà basata su un libro di Tolkien in particolare ma prenderà spunto da alcuni dettagli lasciati dall’autore nelle appendici de Il Signore degli Anelli. In altre parole si tratterà, molto probabilmente, di uno stravolgimento dei miti creati da Tolkien.
Le avvisaglie si erano già avute quando Peter Jackson aveva dato vita alla trilogia cinematografica de Lo Hobbit, il quale si ispirava al libro originale, ma ne ampliava artificiosamente la storia per adattarlo alla forma dei tre capitoli cinematografici previsti. Va detto che nel caso della serie TV Jackson non ha avuto alcuna voce in capitolo. Tuttavia i realizzatori, vale a dire JD Payne e Patrick McKay (che aveva già scritto la storia di Star Trek IV), hanno seguito la stessa linea, fortemente influenzata dal pensiero unico obbligatorio. Prova ne sia il fatto che il numero di personaggi femminili è stato notevolmente ampliato, il che stride un po’ con storie di Fantasia Eroica puntellate di sanguinose battaglie. Inoltre nella serie comparirà un hobbit nero. E non sarà sufficiente che il suo nome sia “pelopiede”, e non hobbit, per mitigare lo stupore di coloro che hanno divorato ogni pagina del professore di Oxford.
Comunque la storia è ambientata nella Terra di Mezzo durante la Seconda Era, cioè centinaia di anni prima delle avventure di Frodo e della Compagnia dell’Anello. Questo periodo dura 3441 anni e coincide con la forgiatura degli anelli del potere. A crearli è l’elfo Celebrimbor, ammaliato da un affascinante uomo di nome Annatar, dietro il quale, in realtà, si cela Sauron. “Tutto ebbe inizio con la forgiatura dei grandi Anelli”, come recita Galadriel: “Tre furono dati agli elfi, gli esseri immortali più saggi e leali di tutti. Sette ai re dei nani, grandi minatori e costruttori di città nelle montagne. E nove Anelli furono dati alla razza degli uomini, che più di qualunque cosa desiderano il potere. In questi anelli erano sigillati la forza e la volontà di governare tutte le razze. Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro anello. Nella terra di Mordor, tra le fiamme del Monte Fato, Sauron, l’Oscuro Signore, forgiò in segreto un Anello sovrano, per controllare tutti gli altri e in questo anello riversò la sua crudeltà, la sua malvagità e la sua volontà di dominare ogni forma di vita: un Anello per domarli tutti”.
Ingannando la stirpe degli Elfi, l’Oscuro Signore dà vita all’Unico Anello, lo stesso che porterà alla pazzia Smeagol, ed eserciterà il suo malefico influsso su Bilbo Baggins e Frodo. Ma combattendo strenuamente per millenni, le forze del Bene alla fine ristabiliranno la pace. Anche se non sarà quella sognata dai tanti appassionati lettori delle opere originali.