Centinaia di milioni di euro come noccioline. Affari sporchi, contatti con chi crede di essere un Vip, processi infiniti, fondi che transitano tra vari Paesi ed innumerevoli società prima di finire nascosti nei paradisi fiscali. E poi accuse incrociate, minacce, utilizzo dei media degli amici per attaccare gli avversari ed insabbiare le notizie scomode. C’è tutto questo, ed altro ancora, nel libro “Amen”, scritto da Massimiliano Coccia e pubblicato da Piemme.
Assomiglia ad una spy story ma è, purtroppo, il racconto di una squallida realtà emersa da una coraggiosa indagine giornalistica condotta da Coccia per l’Espresso. E questo ha portato inevitabilmente ad una fastidiosa prefazione di Marco Damilano (ex direttore appunto dell’Espresso) che si mette a fare il moralista quando proprio non potrebbe permetterselo a livello personale.
Aspetti marginali, comunque. Com’è marginale che Coccia definisca Roma come una vecchia regina quando si tratta, invece, di una vecchia baldracca. In fondo è proprio l’autore a dimostrare come la città sia il luogo ideale per ogni malaffare. Da entrambi i lati del Tevere. Già, perché l’ignobile vicenda raccontata benissimo da Coccia, con dovizia di particolari, prende il via dal Vaticano. Dalle operazioni finanziarie di Becciu, il cardinale nominato e poi revocato sempre da papa Bergoglio.
Coccia svela i meccanismi di operazioni finanziarie nazionali e, soprattutto, internazionali condotte dall’entourage di Becciu. Ed il famoso palazzo di Londra, che ha determinato per le casse del Vaticano una perdita di 3/400 milioni di euro, è solo la punta di un iceberg estremamente pericoloso.
Sarebbe scorretto raccontare tutti i passaggi e gli intrallazzi che Coccia svela. Però, per interessare il lettore, si possono ricordare alcuni dei tantissimi nomi che compaiono in “Amen”. Da Lapo Elkann al resto della sua famiglia, da Enrico Crasso alla Banca Popolare di Milano, da Giuseppe Conte e l’avvocato Alpa a Mincione, Mei e l’Enasarco. Curiosamente, ma mica tanto, gli stessi protagonisti della rivoluzione giudiziaria ai vertici dell’ente previdenziale degli agenti di commercio.
Ovviamente per un giudizio conclusivo occorrerà attendere la fine del processo in corso in Vaticano, e su cui si sono provvidenzialmente spente le luci dei chierici di regime. Però la documentazione fornita da Coccia è più che sufficiente per farsi un’idea, a prescindere dalle decisioni dei giudici. Così come si può tranquillamente non essere d’accordo con l’autore nei giudizi positivi, troppi positivi, nei confronti di Bergoglio che sta svuotando la Chiesa per trasformarla in un centro sociologico di scarsissimo interesse.
4 commenti
Un bell’articolo che invoglia ad acquistare il volume ogni consulente finanziario che paga da sempre il 25% dei contributi a favore di una Solidarietà a chi non è dato di sapere. Peccato per i giudizi negativi su Papa Francesco, l’ultimo raggio di sole in questo XXI secolo, che non so da quale pulpito lei si permette di criticare elargendo certe pseudo verità.
Devo essere sincero, se in un libro si parla male di Bergoglio non sono incentivato a leggerlo : solo Bergoglio è riuscito in alcune rivoluzioni della Chiesa, l’altro che stava per farlo non gli hanno fatto superare i 30 giorni .
sono d’accordo su Bergoglio
I processi si fanno in tribunale e le sentenze le emette il giudice di primo grado di giudizio. Poi esiste la corte d’appello per il secondo grado di giudizio. Infine c’è la cassazione che potrebbe ribaltare tutto o confermare le sentenze.
I libri vanno acquistati e letti ma sono libri e vanno presi per quello che sono .