Il Centro culturale Altinate/San Gaetano di Padova ha cominciato ad ospitare nella sua sede dal 13 Settembre di quest’anno, in un evento che si protrarrà fino al 21 gennaio del prossimo anno, la mostra “American Beauty”. Dalla fotografia di Robert Capa alle celebri opere Street di Banksy, la mostra vuole essere un ritratto attraverso 130 opere d’arte della cultura e delle contraddizioni statunitensi, mostrando le due facce di una nazione che non sembra conoscere le scale di grigio al di fuori della sua meravigliosa arte.
L’esposizione parte concettualmente dalla metafora dell’American Beauty, rosa dalla robusta e solida costituzione – come la nazione stessa – i cui petali restano floridi e rigogliosi per molto tempo, anche quando la pianta marcisce. L’intento della mostra, curata da Daniel Buso, è di offrire il più ampio dei ritratti possibili degli Stati Uniti, al cui interno vivono e convivono numerose contraddizioni che dipingono uno scenario dalle tinte brutalmente nette, tra la gagliarda gioventù di una nazione e i suoi peccati più atroci.
Attraverso l’immagine della bandiera americana, simbolo iconico di libertà o di celate infamie, 120 artisti internazionali raccontano in immagini le vicende chiave della storia statunitense dagli anni Quaranta del Novecento a oggi, evidenziandone punti di forza e criticità. Per gli artisti – da Jasper Johns ad Andy Warhol sino al sopracitato Banksy – la bandiera statunitense rappresenta l’amalgama dei diversi popoli e religioni, che convivono in America; simbolo per eccellenza del Paese ma anche del suo dominio globale economico e della sua supremazia militare e tecnologica sul resto del mondo.
Nella mostra sono rappresentate alcune tra le tappe storiche della nazione, dallo storico scatto dei soldati a Iwo Jima, il periodo delle contestazioni, Martin Luther King e arrivando fino all’11 settembre, passando per la Pop Art e lo sbarco sulla Luna, il Vietnam e le panoramiche della scintillante Silicon Valley, cuore del settore tecnologico e informatico degli States.
L’esposizione raccoglie alcune tra le più importanti correnti della fotografa internazionale: si comincia col bianco e nero della street photography pulita ed elegante di Henri Cartier-Bresson e Vivian Maier agli scatti documentari e “weird” di Diane Arbus per poi arrivare alla contemporaneità col colore di Steve McCurry, Annie Leibovitz e Vanessa Beecroft. La mostra ospita anche alcuni movimenti artistici del Novecento che hanno elevato gli Stati Uniti ad avanguardia dell’arte contemporanea, come quello rivoluzionario della Pop Art, destinato a diffondersi in tutto il mondo, qui rappresentata da Rosenquist, Indiana e Warhol.
Si toccherà anche la contemporaneità più recente con una selezione delle grandi opere della street art, che ha preso il via tra le strade della giungla urbana conosciuta come New York City con Keith Haring ed è attualmente una delle correnti artistiche più diffuse a livello internazionale (specialmente all’interno delle sottoculture giovanili urbane) grazie alle opere di artisti come Banksy, che ci porta nelle periferie americane tra ribellione giovanile e tentativo di rivalsa sociale e quelle del writer e skateboarder Shepard Fairey (autore della celeberrima stampa della campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008) che racconta la difficile convivenza tra le minoranze etniche e religiose che compongono il paese e la sua parte più WASP.
Una mostra dalla selezione variegata e attenta quindi, che farà felici gli appassionati d’arte moderna e contemporanea, gli studiosi amatoriali e non di storia americana e potrebbe anche avvicinare moltissimi curiosi alla storia e alla cultura di questo affascinante e ambiguo paese, attratti da uno degli oltre 120 nomi esposti, nomi che in un modo o nell’altro, non hanno dato il loro apporto alla sola cultura statunitense ma all’intera cultura occidentale.