Ho una spasmodica passione per le serie tv canadesi.
Le peggiori in assoluto.
E da quando ho scoperto il meraviglioso mondo di Netflix (due anni fa più o meno), questo slancio malsano ha preso il sopravvento prima che potessi fare qualcosa.
Tutti amano parlare di GOT (Game Of Thrones), Orange Is The New Black, Stranger Things eccetera eccetera… mentre io mi concentro su robe tipo Bitten, Heartland, The Good Witch, Helix o Travelers.
Non importa quanto antiestetica sia la fotografia o surreale il doppiaggio, quanto banali siano stati scritti i dialoghi, quanto siano irrimediabilmente trash, o quanto “what a fuck” mi provochino: io le adoro tutte.
Quindi solitamente le cose vanno così:
“Esce la sesta stagione di OITNB! Sei pronta?”
“Ehm… Parliamo per acronimi?”
“Porca misera Luana! Orange Is The New Black, hai presente?”
“Anche no.”
Al che, resto fuori da qualsiasi possibile conversazione che riguardi resurrezioni, carceri femminili e varie ed eventuali. Perciò eccomi qui, a scrivere di lupi mannari, streghe melense e cavalli invasati.
Bitten
La serie tv Bitten si compone di tre stagioni (una meno avvincente dell’altra) dove la protagonista è una lupa mannara, barra sventola bionda, barra Venere con zanne al posto del pomo. Barbie scansati proprio.
Lei è la sola e unica fanciulla provvista di zanne: in quest’universo, le donne morse sono destinate a soccombere perché non sopporterebbero i dolori della trasformazione.
La gnocca in questione è interpretata dall’attrice Laura Vandervoort che, insieme all’inespressivo Greyston Holt (suo compagno/trombamico) domina la scena.
Tutto ruota attorno alle vicende di questo fantomatico branco.
Tendenzialmente la struttura narrativa è la seguente:
Lei: “Clay, lasciami stare!!1!11″
Lui: “C’è qualcosa fra noi, lo sai!”
Lei: “Non è vero!!”
Segue una delle tante scene di sesso no sense per poi:
Lei: “Questo non è mai successo”
Lui: “FFF” (sospiro).
Non voglio concedere altri spoiler: guardatela e mi direte.
Ah, per la cronaca, bitten significa morso. Quello alle nostre palle.
Heartland
Su Wikipedia ne parlano come “la serie tv canadese più longeva di sempre”, dovrebbero esserci più o meno undici stagioni. Eh sì: c’è una pagina su wiki.
Le protagoniste sono due sorelle: Amy, il ritratto della sofferenza, dedita unicamente all’addestramento dei cavalli e Lou, cazzuta e (a seconda del conto in banca di turno) smolla mariti.
La prima stagione esordisce con una classica tragedia (la madre muore, il richiamo dell’eroe, bla bla) e tutto il resto vien da sé.
Con loro, il nonno (l’unico vero figo della serie), un galeotto in cerca di riscatto (dovrebbe essere il bello e dannato della situazione, in realtà è un ragazzetto moro decisamente palle mosce -morse da Bitten probabilmente), un paio di bambine fastidiose che compaiono qua e là e alcune comparse totalmente inutili alla narrazione.
Fortunatamente ci sono i cavalli. Tanti cavalli.
Tutti problematici e recalcitranti.
Qui il sesso non esiste, solo bacetti innocenti senza lingua e l’Arcangelo Gabriele ad annunciare lieti eventi.
Tanta melassa, scarso pathos, recitazione paradossale e dialoghi da Cristina D’Avena anni ottanta (molto Kiss Me Licia)
The Good Witch
Solo meraviglie.
Quattro stagioni (a breve uscirà la quinta), un numero imprecisato di film e una strega che più che a una fattucchiera somiglia a un grosso barattolo di sciroppo d’acero.
Tutto è magnificamente incantevole, i buoni sentimenti dominano in un tripudio di sorrisi smaccati. Tutto un incantevole dono.
Di occultismi o stregonerie manco l’ombra. I cattivi non esistono.
Di tanto in tanto la nostra Cassie (protagonista della serie) alza gli occhi al cielo, tira fuori qualche cianfrusaglia sparsa qua e là fra le mensole del suo Bells, Book & Candle (ovvero “Campane, Libri e Candele”, il suo negozio. Giuro, si chiama proprio così…) e con fare amichevole dice allo sfigato di turno:
“Vedrai, si risolverà tutto”.
Credici!
Le muore il marito e sorride perché, sapete, la vita è un’avventura magica e straordinaria.
Il new boyfriend scompare nel cuore della notte procurandole solo un leggero sussulto.
Di fronte alla generosa sindaca della città, una trita palle certificata, come arma di difesa la nostra Cassie sfodera solo l’affascinante canotto (le labbra penso l’abbia date in beneficenza).
Ricapitolando: se volete un porno soft e amate le bionde, scegliete Bitten.
Se doveste invece preferire dinamiche stucchevoli e scontate, senza alcun antagonista o falso eroe a rompervi le uova nel paniere, Heartland e The Good Witch sono quello che fa per voi.
Comunque, qualunque sia la vostra scelta, sappiate che sarà pessima.