Il Censis, nel suo rapporto annuale del 18 febbraio scorso, ci mette in guardia da un sistemico uso della bonus economy. Un’occasione per conoscere e analizzare la situazione sociale del Paese. È evidente a tutti che il nostro Governo ha portato avanti una politica economica basata sui sussidi e provvedimenti di ristoro. Una strategia che avrà delle conseguenze per tutto il 2021.
Sono più di 78 i provvedimenti, per limitare i danni della pandemia, nei soli primi 4 decreti adottati dal Governo Conte. Dal bonus casa a quello baby sitter, dal reddito di emergenza ai 600 euro per le partite Iva, dalla cassa integrazione in deroga all’incentivo per l’assunzione di donne disoccupate, fino ai bonus per le bici e i monopattini. A ottobre i sussidi dell’INPS hanno coinvolto circa 14 milioni di italiani per una spesa di 26 miliardi.

La bonus economy in Italia non nasce in concomitanza con la pandemia. Il bonus per eccellenza è quello degli 80 euro erogato dal governo Renzi. Va da sé che intervenire per sostenere le filiere produttive, colpite dai provvedimenti di distanziamento anti-Covid, fosse giusto e necessario. È stato fatto da tutti i Paesi sviluppati, in molti casi stanziando risorse maggiori rispetto al nostro. Ma senza i livelli di dispersione dei provvedimenti, e di improvvisazione gestionale, messi in campo dal nostro Governo, e che lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, organo deputato a valutare l’impatto dei numerosi provvedimenti legislativi, non ha esitato nel definire come “un insieme di misure senza disegno”.
Il Censis ha scomposto i dati di valutazione per fasce d’età, evidenziando che il gradimento della bonus economy è stato più alto tra i giovani (83,9%) che tra gli anziani (65,7%). La popolazione anziana si interroga evidentemente su chi nei prossimi anni provvederà al welfare, chi pagherà le pensioni o il lavoro pubblico di servizio per il Paese.

Per salvarci dalla bonus economy bisogna innanzitutto concepire, per il lavoro, un’operazione straordinaria di re-training e formazione. Il Censis precisa che è necessario farlo presto, nel tempo che va da aprile a fine 2021, magari usando il fondo Sure. È un’operazione che serve ad accompagnare la digitalizzazione che il Paese ha conosciuto in maniera massiccia in questi mesi ma che non si può limitare a saper accedere a Zoom oppure alla creazione di piccoli siti web per le Pmi.
Secondo Marco Baldi, responsabile area Economia e territorio del Censis, “Occorrono tre tipi di risposta. È necessario unificare le tante misure di aiuto, basandole su una soglia di indicatore Isee, con meno burocrazia e semplicità di accesso. Sarà poi necessaria una riforma fiscale che riduca i divari fra chi è garantito e chi non è garantito. È indispensabile un grande piano di formazione, con il digitale al centro”.
L’Italia con i fondi della Next Generation Eu, dovrà ristrutturare la sanità nel territorio, abbattere la dispersione scolastica, affrontare il differenziale di infrastrutture, e il divario fra nord e sud.
Certamente per l’Italia non sarà facile uscire dalla logica dei bonus. Una frattura sempre più netta tra garantiti e non garantiti. Su tutti, i garantiti per eccellenza, i 3,2 milioni di dipendenti pubblici. A cui si sommano i 16 milioni di percettori di una pensione, una specie di “Silver welfare” che ha fornito un aiuto economico a figli e nipoti in difficoltà.

L’Italia è anche il paese della non inclusione, del divario tra nord e sud. Secondo fonti Censis, solo l’11,2% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici intervistati ha confermato di essere riuscito a coinvolgere nella didattica a distanza tutti gli studenti.
Appare evidente che l’emergenza e il lockdown abbiano danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili e ampliato le disuguaglianze sociali. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, oltre la metà dei sussidi è finita al 50 per cento nelle tasche della parte più benestante della popolazione. Altra verità nascosta: in diversi casi sono stati sussidiati anche gli evasori. Togliendo così risorse agli impieghi più urgenti. Necessari per lenire sofferenze reali, non per conquistare consensi politici.