Dopo la morte di Stefano Paternò, il militare morto ad Augusta dopo che, il giorno precedente, era stato sottoposto alla prima dose del vaccino Astra-Zeneca, anche in Piemonte c’è stata una morte sospetta in seguito all’inoculazione dello stesso vaccino.
Si tratta di un insegnante di Biella al quale era stato somministrato il vaccino della stessa casa farmaceutica nella giornata di sabato 13 marzo.
In un comunicato stampa rilasciato dalla Regione Piemonte si legge che “in attesa degli esiti dei riscontri per verificare l’eventuale nesso di causa, in via precauzionale il commissario dell‘Area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, Antonio Rinaudo, ha disposto immediatamente la sospensione su tutto il territorio regionale della somministrazione del vaccino AstraZeneca per i dovuti accertamenti sul lotto coinvolto”.

Non è ancora chiaro se il lotto in questione facesse parte di quello indicato con la sigla ABV2856 di cui l’AIFA aveva proibito l’utilizzo su tutto il territorio nazionale già nei giorni scorsi. Se così fosse non si capirebbe perché a Biella si sia continuato ad usarla. In caso contrario sorgerebbero seri dubbi sull’affidabilità di questi vaccini utilizzati ampiamente non solo in Italia ma in tutto il resto d’Europa, e che già sono stati bloccati in Australia e in Germania, allo scopo di consentirne il controllo.
In margine a quanto successo a Biella l’assessore regionale del Piemonte Luigi Icardi ha dichiarato: “Si tratta di un atto di estrema prudenza in attesa di verificare se esista un nesso di causalità tra la vaccinazione e il decesso. Ad oggi in Piemonte non era mai stata segnalata nessuna criticità particolare dopo la somministrazione dei vaccini”.