Un amico conterraneo, Quirino Principe, musicologo di fama internazionale, nonché curatore ed esegeta di Ernst Jünger, in un incontro pubblico citò un pensiero di Hugo von Hofmannsthal tratto dalla sua opera Il libro degli amici: “La filosofia e la musica, che ne è strumento fondamentale, devono giudicare il nostro tempo”. Con la sua usuale vivacità provocatoria, Principe giustamente sottolineò come il degrado dell’Occidente sia legato al fatto che i due elementi citati ormai hanno rinunciato alla denuncia per rappresentare il tempo stesso.
Dato che non manco di altrettanta esuberanza dispettosa, aggiungo che se la musica è rappresentata da Fedez e la filosofia da Galimberti, il degrado è stato di gran lunga superato in una inqualificabile deriva, data l’aggiunta della sociologia rappresentata da Domenico De Masi e della giustizia con Gherardo Colombo.
Questa constatazione deriva dall’ascolto attento di un video della Fondazione Umberto Veronesi dal titolo “Migrazioni e futuro dell’Europa” con la presenza di diverse scuole superiori.
È stata la sagra delle banalità, una distribuzione a piene mani dell’ovvietà, un avanspettacolo di contraddizioni, una melassa di luoghi comuni.
Dalla ormai annoiante manfrina dei migranti come risorse per l’Europa, paragonando vergognosamente l’invasione dei clandestini con l’emigrazione italiana del secolo scorso (De Masi), al pietismo terzomondista condito da subliminali sensi di colpa occidentali e necessità di caritatevole espiazione (Galimberti), alla recriminazione sull’assenza di responsabilità dei giovani condita, però, da una fiducia latente nella loro redenzione. Insomma, un’intossicazione di ottimismo e di buon senso un tanto al chilo.
Il tradimento degli intellettuali è concretizzato proprio da certi atteggiamenti di supponenza che nascondono, oltre che alla falsificazione delle realtà per calcare le orme del politicamente corretto, anche una buona dose di disonestà, questa in combutta con una ipocrita autoassoluzione per i disastri annunciati.
Dove eravate quando la scuola veniva esautorata da ogni indipendenza politica? Quando gli insegnamenti veniva trasformati in informazioni pratiche e di facile digestione? Quando i genitori si imponevano con la loro presunzione saccente sul giudizio dei docenti?
Dove eravate quando la meritocrazia veniva considerata discriminazione? Quando l’appiattimento culturale veniva spacciato per democratica infarinatura? Quando il decoro, la buona educazione e la disciplina venivano spacciati per retaggi di una sopraffazione paternalistica?
Voi eravate lì, a supportare da complici il disastro che andate denunciando, e adesso siete sempre lì a diffondere il verbo del mainstream e del politicamente corretto.
Se esistesse un meccanismo fantascientifico per ammutolire l’ipocrisia, voi sareste afoni a girare in tondo come i pesci rossi nella boccia trasparente della vostra ovvietà.
1 commento
Questa sintesi perfetta,mi dà le parole,che ovviamente non sono in grado di possedere, e anche la forza perché non mi fa sentire sola,mentre mi tocca guardare le facce di certi soggetti.Il De Masi e Galimberti sono invecchiati molto male,ma con la certezza di essere dei saggi. E, pertanto,perseverano presenziando ovunque.Devo dire che il De Masi raggiunge picchi di evidente stupidità quando articola, tanto che si potrebbe pensare ad un lavorio di demenza, ma solo per essere buoni e giustificarlo.
L altro, invece, sta continuando su alcuni punti con più presunzione e accanimento,e ciò denota una sola cosa, ossia il non voler dare ragione a chi ce l’ ha…